SEYCHELLES
Periodo : aprile 2006
Durata : 10 giorni
Tipologia del viaggio : fai da te
ISOLE
MAHE’ – PRASLIN – LA DIGUE – ST PIERRE – COURIEUSE ISLAND – GRANDE SOEUR – COCO’
Roma – MAHE’- PRASLIN
Il volo Air Seychelles atterra puntualissimo alle 7:00 ora locale e appena scese dalla scaletta veniamo investite da un bel caldo umido. L’aeroporto di Mahe’ è uno stanzone in fondo al quale c’è il controllo passaporti. Appena fuori andiamo a cercare l’area dei domestic flights, dove ci danno una carta d’imbarco spettacolare: una specie di grossa fiche di plastica con un numero.
Prendiamo un aereo che ha circa 20 posti, Cinzia dice che è un Fokker, bellissimo!!
Il volo dura solo 15 minuti purtroppo durante i quali voliamo sopra ad un mare limpido d’un blu intensissimo e un’isola che sembra quella delle barzellette: piccolissima e con una palma sola! Atterriamo a PRASLIN passando sopra ad una baia smeraldina. Siamo alle Seychelles!!
Uscite dall’aeroporto andiamo sulla strada per cercare la fermata dell’autobus. Ci sono due pensiline su ogni lato della strada. Dopo qualche minuto realizziamo di esserci messe dal lato sbagliato della strada. Qui la guida è a destra!
Passa un autobus e il tipo al volante ci dice che è quello il bus ma prima deve andare a fare benzina. Ok aspettiamo, nel frattempo avvistiamo il primo ragno delle palme nel fitto della vegetazione circostante. Et voilà dopo circa un quarto d’ora arriva il nostro bus.
Costa 3,00 rupie delle Seychelles – al cambio ufficiale 1 euro vale 7,15 rupie, al nero 10 – quindi costa una sciocchezza.
In pratica ci facciamo il giro dell’isola e via via sale parecchia gente. Costeggiando la Grande Anse passiamo per la Baie Ste Anne e per la Vallée de Roi. Ci sono delle salite rapide, la vegetazione è verde e rigogliosa. Qua è là ci sono dei massi di granito scuro.
Sull’autobus quasi mi assopisco, mi sveglio quando Cinzia urla DEVANT! È il modo locale per annunciare che dobbiamo scendere. Meno male ha visto il Cafè des Arts, che sa essere vicino alla ROSEMARY’S GUESTHOUSE dove alloggeremo per tre notti.
ROSEMARY GUESTHOUSE, Cote d’Or , Anse Volbert – rosemary@seychelles.sc
Cade una leggera pioggia. Camminiamo per circa duecento metri poi giriamo a destra. Ci sono delle villette in stile coloniale lungo la strada. Costeggiamo i bungalows del Berjaria Praslin Beach Resort ed arriviamo alla nostra GH che è all’interno di un giardino favoloso pieno di uccellini rossi.
Rosemary è una signora sulla sessantina dall’aria mite. Ci accompagna al nostro alloggio, una graziosa camera + una stanzetta e il bagno. Perfetto! Molliamo la roba in camera e ci fiondiamo in fondo al giardino: dopo il cancellino c’è la spiaggia e il mare!
Qui siamo ad ANSE VOLBERT sulla Cote d’Or ed il mare è placido e caldissimo.
Avremmo tanta voglia di spaparanzarci subito al sole, ma fa troppo caldo e poi abbiamo dormito pochissimo e siamo praticamente digiune. Perché non fare un riposino?
Ok, prima però passiamo da Les Lauriers per prenotare la cena per stasera.
Ci risvegliamo verso le quattro dopo aver dormito un paio d’ore secche che ci volevano. Torniamo alla spiaggia per un bel bagno che ora godiamo pienamente rallegrandoci per l’ottima scelta del posto dove passare queste meritate vacanze. Alle sei e mezza fa buio e in giro non si vede un’anima.
Il Ristorante Les Lauriers è rinomato per l’ottica cucina creola, in particolare per il suo ricco buffet della domenica sera. Neanche a farlo apposta è domenica: c’è un grande barbecue su cui grigliano pesce, pollo, maiale e agnello. Il buffet offre varie insalate tra cui una buonissima di qualcosa marinato che a me sembra pesce e a Cinzia sembra trippa, insalata di polpo, mango tagliato a fette sottili marinato, una specie di zucca gialla e tanta altra roba più o meno strana ma buona. Il pesce è particolarmente buono e anche il dessert, una mousse di frutti della passione da leccarsi le orecchie. Quando arriva il conto se le leccano loro le orecchie! 72 euro in due, ma che siamo matti! Era tutto buono ok, ma ci sembra un prezzo esagerato ed è anche antipatico non poter pagare in rupie, qui come ovunque accettano solo valuta estera.
Sazie e barcollanti rientriamo alla Guesthouse che sono poco più delle nove. Moscerini e zanzare hanno già abbondantemente cenato con noi, ma per non fargli fare indigestione accendiamo uno zampirone. Ad un certo punto Cinzia mi guarda e mi dice con aria grave: stai ferma lì dove sei, non muoverti, non guardare, ci penso io .. SBAM !! Ok tutto a posto.. Con una delle suo nuovissime scarpe con le margherite ha massacrato un ragnaccio che si era introdotto in casa. D’ora in avanti non camminerò più scalza. Prepariamo il letto montando la zanzariera che però è fatta strana e quindi serve a poco perché ci ricade tutta addosso. Buonanotte.
PRASLIN
Ci svegliamo alle nove dopo ben undici ore di sonno, che dite? ne avevamo bisogno?!!
La colazione nel gazebo di legno in mezzo al giardino è piacevolissima. Chiediamo a Herbert, il figlio di Rosemary, se possiamo cenare qui stasera. Sì? Perfetto. Poi ci prepariamo per andare a prendere l’autobus. La nostra mèta oggi è ANSE LAZIO.
L’autobus passa dopo circa 20 minuti di attesa. Il percorso è bello. Anse Possession ha un fondale verde acqua bellissimo. A due km da una località che si chiama Zimbawe l’autobus si ferma. L’autista dice di scendere. Per arrivare ad Anse Lazio c’è un km e mezzo da fare a piedi. Comincia a piovere e tutto sommato questa pioggerella fa anche piacere. Questo percorso su lastricato di cemento deve essere sicuramente peggio sotto al sole cocente. Ma quando arriviamo alla spiaggia la pioggia è divenuta torrenziale.
Ci rifugiamo al Ristorante Le Chevalier a bere un succo di mango e frutti della passione sperando che il temporale passi veloce. Dopo un po’ esce fuori il sole ed eccoci sulla famosa spiaggia Anse Lazio da molti segnalata tra le più belle delle Seychelles. Effettivamente è notevole ma il tempo assai variabile non ce la fa ammirare in tutta la sua indubbia bellezza. E’ incredibile come la stessa acqua cambi colore se illuminata dal sole o meno. Ci sono dei cavalloni alti almeno un metro e mezzo e la forza dell’acqua è pazzesca. Io vengo scaraventata a riva ben tre volte senza riuscire a mantenere il controllo. Ciò nonostante me ne sto tutta la giornata in acqua e mi godo il mare. Di fatto questo posto è strepitoso ed io non riesco proprio a stare fuori dall’acqua! Si galleggia che è una meraviglia oltretutto.
Anche oggi per pranzo si fa passo. Ci siamo portate 2 piccole banane, sarà troppo?
A che ora parte l’ultimo bus? Alle cinque e tre quarti – ok allora alle cinque si va via.
Prima però vogliamo mangiarci un gelato. Lo troviamo allo Chevalier, un cornetto poco convincente, ma gli zuccheri si rivelano fondamentali per affrontare la salita ripidissima spezza-gambe e tornare al bivio per Zimbawe dove passa l’autobus. Meno male siamo partite per tempo perché arriva e riparte con un buon quarto d’ora d’anticipo. L’autista guida come un pazzo, arriviamo a destinazione in un battibaleno. E’ stata un’ottima idea prenotare la cena presso la GH perché siamo un po’ cotte. Facendo due passi sulla nostra spiaggia prima di rientrare incontriamo un tipo che organizza gite in barca. Per domani l’idea ci alluzza parecchio.
Per cena ci hanno preparato pesce al curry, latte di cocco, riso, lenticchie e insalata di cavolo verza. Tutto molto buono e da gustare piacevolmente nel solito gazebo in mezzo al giardino di casa col sottofondo del rumore del mare..
Proviamo a tirar tardi andando al Ristorante Bar del Berjaria a bere qualcosa. Peccato che con noi abbiamo solo rupie che a quanto pare non servono veramente a un tubo, salvo per pagare il bus. Questa cosa è veramente antipatica e nessun viaggiatore la segnala a beneficio degli altri.
L’ho fatto io! infatti sono citata tra i ringraziamenti sulla guida delle Seychelles della Lonely Planet, 4 e 5 edizione.
In pratica non vale assolutamente la pena cambiare la nostra valuta, accettata ma soprattutto richiesta dappertutto, quando non obbligatoria. E non ci sono versi, se non hai euro o dollari ti rimandano a casa! Abbiamo cambiato 30 euro e ora non sappiamo come fare a spenderli!
ST PIERRE – CURIEUSE ISLAND – PRASLIN
Dopo aver fatto un po’ di spesa al market indiano (crackers, succhi, acqua e banane fritte) andiamo dal tipo delle barche per organizzarci una bella giornata .
Contrattiamo un po’ e alla fine spuntiamo 45 euro a testa per andare a St Pierre, Curieuse Island e Anse Georgette. Sulla barca siamo in tre coppie + il barcaiolo che è un ragazzo giovane.
La prima tappa è sull’isola di ST PIERRE, un isolotto granitico abitato da grosse lucertole, granchi e strani esseri che saltellano sulle rocce, sembrano una via di mezzo tra pesce e verme.
L’acqua è limpidissima e piena di pesci di tutti i colori.
Il barcaiolo ci molla sull’isolotto a fare snorkeling e torna alla base a prendere altri clienti. La mia nuova maschera va bene ma il boccaglio mi fa incavolare parecchio perché invece di espellere l’acqua dall’apposita valvola mi fa solamente bere. Rinuncio al boccaglio andando in apnea. Dopo un po’ torna la barca che deve correre da una parte all’altra per caricare e scaricare gente quindi il barcaiolo ci mette un po’ di fretta. Così dimentico sulle rocce maschera e boccaglio risolvendo il problema alla radice.
La barca approda sull’isola di CURIEUSE facendo una derapata. Si diverte il ragazzino eh! Su quest’isola vivono in libertà le grosse tartarughe di terra. Un ranger ci spiega gentilmente qualcosa sulle tartarughe, come riconoscere il maschio dalla femmina, cosa mangiano, che amano il fresco, eh.. anche noi! Fa un caldo bestiale! Nella “nursery” ci sono le tartarughine di 5/6 mesi grandi quanto una nostra mano. In un recinto ci sono le tartarughe di un anno, due e tre anni. Ci facciamo una foto sedute sulla corazza di una tartaruga buona sotto la supervisione del ranger. Tyson invece è un maschio pericoloso perché cerca di mordere ed è una bestia assai forzuta. Il ranger ci gioca (con precauzione) ma sarà meglio levarsi di torno.
Ora dobbiamo incamminarci lungo un sentiero ben tracciato in mezzo alle mangrovie, dove abbondano le pestifere zanzare o sunflies che siano, per raggiungere ANSE ST JOSE’ che è magnifica. La sabbia è bianchissima ed il mare turchese è da urlo! Un gruppo di pesci trasparenti profilati di nero fa un girotondo accerchiandoci, che vogliono? Esco dall’acqua e mi vengono tutti dietro. Mi sembra d’essere il pifferaio magico, dove vado io vengono loro!
Questo posto è davvero spettacolare e ci dispiace quando arriva il barcaiolo a prenderci.
Parte come un razzo per depositare alla base dei clienti e poi prosegue per portarci alla famosa ANSE GEORGETTE, la spiaggia privata del Lemuria Resort, dove alloggiano i VIP.
Che dire .. siamo senza parole da quanto è bella, un vero gioiello.
L’unico problema è l’attracco, le onde sono altissime, quasi di due metri. Non ci resta che nuotare. Lasciamo tutto sulla barca, Cinzia afferra giusto il tubo della protezione solare e giù in acqua. Peccato non poter portare la macchina fotografica. Il mare è talmente bello e caldo che mi droga. Non riesco a stare fuori dall’acqua. Un elicottero passa sulle nostre teste. Chissà chi sarà il VIP in arrivo che arriva così dal cielo, non come noi tipo naufraghe.
Non so come abbiamo fatto a salire sulla barca in mezzo al mare e mosso. Cinzia arriva con il tubo della crema fra i denti nuotando stile cane. Un’altra coppia, scesa a terra prima, essendosi portata una borsa ha avuto non poca difficoltà per non bagnarla. Alla fine ripartiamo tutti incolumi. Il barcaiolo è stanco e cotto dal sole ancora più di noi, per un momento chiude gli occhi ed io temo si stia sentendo male. Stiamo andando ad una velocità folle e lui tiene gli occhi chiusi! Ad un certo punto sorride e ci fa cenno ammiccando alle nostre spalle. Sembra la scena di un film di James Bond: di fronte a noi si avvicina sempre di più l’isolotto di St Pierre, noi ci stiamo andando contro a duemila con la barca e il barcaiolo ride come un pazzo con la scritta in sovrimpressione sulla fronte che dice “guardate dove ci schianteremo fra poco!! Ah ah ah!! E noi quattro, poveri turisti fino ad un attimo prima felici per la magnifica giornata trascorsa, allarghiamo gli occhi increduli ogni istante e metro che passa. IEOOONN!! Una bella derapata e siamo fermi nel punto dove stamattina facevamo snorkeling. La marea è salita e i due francesi che siamo venuti a raccattare sono appollaiati sulle rocce. Vedendo la scena chissà cosa avranno pensato. Dopo una bella doccia andiamo a fare due passi in cerca di un intruglio che si chiama CALAMINE, calma le punture di zanzara. Ha un odore che sembra tempera GIOTTO. Messa subito sulla puntura funziona.
Io sto insistendo da due giorni per andare alla gelateria da Luca. Tanti viaggiatori ne parlano bene nei loro racconti ed io ho proprio voglia di un buon gelato con frutta locale. Così scopriamo che Luca oltre ad un buon gelato fa anche le pizze e altre specialità italiane, pasta soprattutto, ma anche ottime insalate di pesce. Siccome stasera Rosemary è stanca alla Guesthouse non ci fa cenare. Luca potrebbe dunque essere una buona soluzione! E lo è in tutto. Il cibo è fresco e buono. Abbiamo preso un’insalata di polpo e un piatto di pesce affumicato (svelato il mistero della specie di trippa) e poi un bel gelatone al mango, cocco e frutto della passione. Luca ha sposato una seychellese e ha due figlie grandine che già lo aiutano nell’attività. Ha un locale ordinato e pulito che alle otto di sera chiude. Da Luca si può pagare anche in valuta oltre alle rupie! E’ l’unico!
Dopo cena solita “gran vita” sulla veranda della GH dove è seduta una nuova ospite, australiana e chiacchierona. Il mio cellulare non ne vuole proprio sapere di connettersi. Per fortuna funziona quello di Cinzia. Facciamo i conti con Herbert e andiamo a dormire.
LA DIGUE
Partenza per LA DIGUE con un bus fino al molo. Il ferry parte alle 10,00 e costa 10,00 euro a testa. La traversata è abbastanza breve. La Digue è molto ordinata e molto turistica. Per prima cosa andiamo al PETRA’S Bungalows, dove abbiamo prenotato il trattamento di mezza pensione.
PETRA’S GUESTHOUSE, Anse La Réunion – petra@seychelles.sc.
Cammina cammina… su questo bel pavé, ormai dovremmo esserci… Passa una macchina della polizia, chiediamo indicazioni: NOOOO, dovete tornare indietro! è lontano? Fa un caldo micidiale e gli zaini ci segano le spalle bruciate e doloranti. Chiedo spudoratamente al poliziotto di darci un passaggio… Ok! Solo noi si poteva girare La Digue sulla macchina della polizia. Chi ci vede penserà che siamo in arresto? I poliziotti ci scaricano in un punto dove parte la stradina sterrata dicendoci di seguirla che poi troveremo l’indicazione.
Tra i cavi della luce ci sono ragnatele enormi, con i bei ragni delle palme nel mezzo.
Dopo circa un km troviamo un minuscolo cartello che indica l’esistenza della Petra’s Guesthouse. Entriamo con circospezione nel trasandato giardino dove ci sono quattro cani che circolano liberi e cominciano a ringhiare. La casa è un po’ malandata, quasi fatiscente. Chiediamo se c’è qualcuno, ma se ci rispondono di sì e che quello è l’alloggio prenotato ci conviene scappare .. E’ orribile..
Si affaccia una ragazzetta che ci dice che quella non è la Guesthouse.. pfiuuu menomale! E’ più avanti. Un’altra ragazza ci fa strada indicandoci la casa. Beh, è tutta un’altra cosa! Siamo in mezzo alla giungla ma almeno è carina e abbiamo fatto bene a prenotare la mezza pensione, chi si muove da qui la sera al buio!
Ci accoglie Juliette, una bella donna molto sorridente. La casa è spaziosa e pulitissima. Siamo gli unici ospiti. Ci viene data l’unica camera con bagno. E’ più piccola e più calda rispetto a quella di Rosemary, ma va bene. Siamo affaticate, forse un po’ stremate dalla strinatura di ieri. Ci riposiamo un po’, tanto così conciate non si può andare sotto il sole. Verso le quattro andiamo all’Union State, parco a pagamento (4 euro) attraversato il quale si giunge alla famosa ANSE SOURCE D’ARGENT. La marea è già alta e la spiaggia sostanzialmente è inesistente. L’acqua è torbida questa spiaggia, tanto declamata per noi è una delusione totale. Io sono talmente avvilita che non metto neanche un piede in acqua. Cinzia ci prova. Ad un certo punto però viene presa da un’onda e resta lì grondante con la Lonely Planet fradicia in mano. Ride per non piangere. Le zanzare ci attaccano. Ok leviamoci da qua. Riattraversiamo il parco, c’è una festicciola con musica Sega al punto di ristoro. Troviamo il recinto delle tartarughe. Poverette, quelle su Curieuse Island stanno troppo meglio libere in mezzo al verde!
Prima di rientrare a casa facciamo una sosta da GREGOIRES, il supermercato, per comprare qualcosa che ci tiri su. Bacardi Breeze, anacardi, Pringles e un Cabernet Shiraz per la cena! Affogheremo la delusione nell’alcol! La cena alla Petra’s GH è alle sette in punto.
Troviamo pronti un grosso pesce, riso, lenticchie, insalata e banane fritte per dessert. Tutto buono e in grande quantità. In camera fa un caldo infernale.
LA DIGUE
Dopo aver prenotato il catamarano per il trasferimento di sabato mattina da Praslin a Mahè (40 euro cad) e acquistato una carta telefonica (60 rupie) per telefonare a casa, alle dieci ci troviamo al molo con Jacinthe che con la sua barca ci porterà prima sull’isola della Grande Soeur e poi a Coco’. Jacinthe è il marito di Juliette e per questa giornata di mare ci prende 30 euro a testa.
A GRANDE SOEUR si paga la tassa di sbarco (20 euro cad). Ci vive un tedesco in una casa con tutte le pareti a vetro. Da un lato dell’isola, quella dove siamo sbarcate, c’è la barriera corallina, l’acqua è limpida e c’è un’infinità di pesci. Facciamo un po’ di snorkeling avvistando dei pesci enormi, un grosso pesce pietra e tanti pesci colorati. Di là dalla barriera ci sono le tartarughe ma dicono che mordono e gli squali. Quando si sentiamo stanche, andiamo dall’altra parte dell’isola dove c’è una magnifica spiaggia orlata da palme e massi granitici.
Le onde sono alte ma l’acqua è molto bella. Alterniamo i bagni al relax all’ombra di una pianta sulla spiaggia. Pranziamo con un toast opportunamente acquistato la mattina.
Verso le due Jacinthe torna a prenderci per portarci a COCO’. E’ un piccolo isolotto. L’acqua è di un turchese intenso. Anche qui ci sono i pesci e si fa snorkeling. Ci stufiamo abbastanza presto perché il mare è mosso e quindi è assai faticoso. La spiaggia, nascosta da enormi massi granitici, è microscopica. Non ci resta che attendere il recupero. Per ingannare il tempo giochiamo a fotografarci simulando pose da calendario, per finta ovviamente perché non abbiamo le macchine appresso. Passa il tempo, l’acqua sale e il sole scende. E abbiamo pure pagato per farci lasciare come naufraghe su quest’isolotto! Ma dopo un po’ Jacinthe torna a prenderci.
Giunte al ferry veniamo abbordate da due ragazzi italiani muniti di bici che fanno parte di un gruppo di Avventure nel Mondo che gentilmente ci scortano fino a casa provando un percorso alternativo che si rivela inefficace però piacevole.
A casa offriamo un aperitivo con Bacardi e Pringles. Di rimando veniamo invitate alla festa organizzata per il compleanno di un ragazzo del gruppo. Loro alloggiano al Bernique. Finalmente potremmo mettere il naso fuori di sera. Doccia, bucato, cena con pesce (Job fish), riso, pomodoro, insalata, melanzane fritte in pastella, dolce di frutta, due chiacchiere con Jacinthe.. e si mette a piovere a dirotto! Mavvaffa!
LA DIGUE
Oggi si prova a tornare all’ANSE SOURCE D’ARGENT per vederla con la bassa marea e poterla apprezzare. Il tempo è nuvoloso, in ogni caso pur sforzandoci d’immaginarla in technicolor continua a non farci impazzire. Secondo noi non ha niente a che vedere con Anse Georgette che è troppo più bella. Ma sicuramente è spettacolare, noi non abbiamo avuto la fortuna di vederla nel momento giusto con le condizioni migliori.
Nell’acqua ci sono tantissimi ricci enormi per cui bisogna fare attenzione. L’acqua è molto limpida. Me ne sto in ammollo come di consueto e ad un certo punto avvisto una tartaruga. E’ piccola, sarà lunga più o meno 40 cm, e nuota beata all’interno della barriera corallina. Chiamo Cinzia che è stesa sulla spiaggia cercando di fare barriera alla tartaruga affinché non torni indietro cercando al contempo di non spaventarla. Riesce a vederla anche Cinzia. La tartaruga mette il capino fuori per respirare e poi scappa via tornando sicuramente di là dalla barriera. Che visione fantastica, la natura a volte è così emozionante! Quando la marea comincia a salire facciamo ritorno fermandoci al bar sulla spiaggia dentro all’Union State Garden per un pranzetto.
I succhi di frutta alle Seychelles fanno veramente schifo. Una totale delusione. Possibile che con tutta la frutta che c’è qui, nessuno faccia un vero Fruit Juice? A dire il vero dove sia la frutta non si sa. Nei negozi che vendono generi alimentari non se ne vede. Prendiamo un’insalata di polpo un po’ pepata ma buona. Ripassiamo davanti al recinto con le tartarughe, c’è in gran puzzo.
Da Gregoires acquistiamo un latte dopo sole poi ci dirigiamo verso ANSE PATATES che si trova all’estremità nord dell’isola. C’è una scaletta di legno per scendere alla spiaggia grande quanto un fazzoletto, ma bellina. Ci sono dei bei massi di granito e il colore dell’acqua è tra il verde e il turchese. Peccato sia un po’ sudicia a causa della marea. Praticamente è una Source d’Argent in miniatura. Scendiamo ad ANSE SEVÈRE dove ci facciamo un bagno esagerato aspettando il tramonto. L’acqua è color verde smeraldo e limpidissima. Direi senz’altro la spiaggia più bella della costa est di La Digue.
ALERT! Juliette ci presenta un conto rincarato di 10 euro al giorno ma io ho con me la copia della mail, gliela mostro dandole quanto stabilito. Non impallidisce perché è di colore, ma rimane di sale.
Dopo cena facciamo un salto al Bar vicino al molo realizzando che in giro non c’è nessuno, solo qualche locale alticcio per la birra da evitare.
LA DIGUE – PRALIN – MAHE’
Il ferry che da La Digue porta a Praslin parte alle 7,30 impiegando mezz’ora di tempo. Alle 9,00 da Praslin parte il catamarano Cat Coco per Mahè. Alle 10,00 siamo a Mahè e ci dirigiamo sul viale ad aspettare l’autobus. Ne passano un sacco, ma qual sarà il nostro ?
Tutti vogliono darci indicazioni ma parlano in creolo e non li capiamo. Alla fine montiamo sull’11 anche se ci fanno segno di no perché fa il giro dell’isola ma a noi fa pure piacere, così la vediamo. Passiamo dalla strada che porta al Morne Seychellois, il monte più alto dell’isola dove la natura è esplosiva, e il bus tira parecchio per la salita. Passate sull’altra costa scrutiamo ogni ansa sperando che anche il mare sia bello. Noi alloggeremo in un appartamento ad Anse La Mouche che vista dal bus è grande e molto bella.
VILLA RESIDENCE, appartamento self catering. Anse La Mouche, villa@seycelles.net
L’autista è gentile e anziché alla fermata ci deposita proprio davanti all’ingresso del Residence.
C’è una salita asfaltata che stronca le gambe ma arrivate in cima wow che lusso!
Una donna viene ad accoglierci e mentre ci domanda cosa vogliamo per colazione domani ci conduce al nostro appartamento nella mansarda. Il panorama dal balcone è magnifico.
Il soffitto è altissimo con travi a vista. Spalanchiamo le ante delle porte finestre.
Cotte dalla levataccia e dal viaggio, ci concediamo un po’ di riposo prima di scendere alla nostra immensa spiaggia, immensa per estensione lungo la baia perché a causa della marea in profondità è pressoché inesistente. Facciamo un bagnetto restando vicine ad una famigliola, perché ci sono strani individui nullafacenti che ci destano sospetti. L’acqua però è talmente torbida che non riusciamo a vedere dove mettiamo i piedi. Dopo neanche cinque minuti usciamo dall’acqua deluse.
Ripensiamo con nostalgia a Praslin e alla spiaggia che avevamo davanti a casa.
Torniamo al Residence a prendere gli ultimi raggi di sole sul balcone e poi ci prepariamo per andare fuori a cena. La padrona del Residence ci ha consigliato l’ANCHOR CAFFE’ che dista circa un km a piedi. A meno che non si voglia fare le maratonete e di notte è l’unico posto nel raggio di un km. Gli altri sono raggiungibili agevolmente solo in auto.
Il buio è fitto perché lungo la strada non esiste illuminazione ma abbiamo le torce.
Ad un certo punto, nel senso opposto della nostra marcia, un pazzo che probabilmente crede di essere su un circuito di Formula 1 con gli abbaglianti sparati e supportato dal rombo della marmitta sfondata, accelera paurosamente e sbanda precisamente nella nostra direzione! Io che sono davanti vivo una scena da film tipo classico tentativo di mettere sotto le persone con l’auto e istintivamente sono già infilata a metà dentro al fosso! Quando il pazzo passa a tutta velocità lasciandoci incolumi sento la scarica di adrenalina e le gambe che tremano. Anche Cinzia è spaventata.
Giungiamo sane e salve al ristorante dove il menù è più o meno il solito. Il mio polpo è cucinato con il curry e si scioglie in bocca. E’ fresco, si sta bene e siamo al sicuro. Terminata la cena ci domandiamo se il pazzo è ancora in giro. Dobbiamo armarci di coraggio e fare ritorno al Residence.
MAHE’
Ultimo giorno di vacanza. Quelle poche volte che parli con qualcuno ti dicono “solo 10 giorni? la vacanza è già finita? ” Oh vieni te in Italia a farti spennare e poi si vede chi ride di più!”
La colazione sul nostro terrazzo vista Anse La Mouche è perfetta, con l’immagine da cartolina, il sole nascente, la temperatura gradevole, ti predispone bene alla giornata.
La padrona del Residence ci avverte di stare attente ai nostri averi sulla spiaggia perché oggi ci sarà confusione. Essendo festa del Patrono S. Giuseppe le famiglie si ritrovano sulla spiaggia per fare picnic e quindi è facile che qualche male intenzionato si intrufoli e ne approfitti.
Prendiamo il bus e vediamo di trovare una bella spiaggia con un bel mare. Proviamo ad andare ad ANSE TAKAMAKA via Baie Lazare. Il bus ci scarica alla Pointe Golette dove dobbiamo attendere l’altro autobus. Questo mezzo di trasporto ci piace così tanto che distrattamente ci dimentichiamo di scendere. Ok andiamo avanti ad esploriamo il litorale, quando ne vediamo uno bello scendiamo. Ed è così che ci fermiamo ad ANSE ROYALE, immensa e dall’acqua verde.
Nell’acqua ci sono parecchie alghe in superficie ma è limpida e calda come il solito.
Dopo un po’ Cinzia va a scambiare tatticamente due parole con un gruppo di festaioli e così rimedia un invito a pranzo. Il gruppo è composto dai lavoratori di una pasticceria e dal loro padrone che offre da mangiare a tutti. Anche alle Seychelles, invece dell’aumento di stipendio, ti gratificano con un pranzo? Così gli tocca pure trascorrere la giornata di riposo con il principale!
Purtroppo qui ho interrotto la scrittura del diario, ricordo che rientrate al Residence per racimolare le nostre cose ci siamo recate all’aeroporto col solito bus.
Un consiglio su cosa portare: poche cose, ma se siete il pasto preferito delle zanzare armatevi di repellenti.
Una curiosità: il timbro che vi metteranno sul passaporto riporta il disegno del famoso Coco de Mer, simbolo di queste isole.