POLONIA
Periodo : agosto 2007
Durata : 17 giorni
Tipologia: fai da te + organizzato (in bici con ZEPPELIN)
ITINERARIO
VARSAVIA – LUBLINO – MAJDANEK – CRACOVIA – LAGHI MASURI
VARSAVIA, 4 agosto
VARSAVIA mi accoglie nuvolosa con 20 gradi di temperatura. Meno male che indosso scarpe da trekking e ho un pile a portata di mano. Il cambio in aeroporto non è il massimo (3,45) ma servono gli Zloti per prendere l’autobus 175 che porta in centro.
La periferia conserva l’impronta comunista nell’edilizia e anche la gente che sale sull’autobus. La Stazione Centrale è riconoscibile dalla vicina Torre di Varsavia, un edificio altissimo e ricco nella sua architettura. Fa un certo effetto pensare che qui tutto è stato raso al suolo e che tutto è stato fedelmente ricostruito grazie alle foto.
L’Ostello OKI-DOKI www.okidoki.pl sta in un grande palazzo. Mi viene assegnata la camera KRANIA NARNIA, bellissima, con le foto del film “Le cronache di Narnia” alle pareti, carta da parati a righe verticali, vecchi mobili di legno. Cercando un posto carino dove mangiare mi infilo in un locale dove fanno i pierogi, il tipico raviolo polacco.
La camera dell’Ostello mi piace proprio tanto. Da basso ci sono delle persone che fanno una gran caciara, ma io ho un po’ di sonno arretrato e non ho difficoltà ad addormentarmi.
LUBLINO, 5 agosto
Agguanto il treno per LUBLINO alla maniera di mission impossibile: per un pelo!
Il treno parte dal 1° binario (binario si scrive peron). Costo del viaggio, sola andata, in 2° classe: 29,90 zloti. I-pod, grazie di esistere e grazie ai miei colleghi che me l’hanno regalato! La Stare Miasto (Città Vecchia) di Lublino è veramente piccola, la parte nuova della città invece è estesa, disseminata di grandi palazzoni. In centro tutto è decadente e spesso fatiscente. C’è immondizia ovunque, specialmente nei vicoli e nei cortili delle case. Lascio i bagagli presso la RESIDENCIA WAKSMAN, Ul. Grodrka 19, www.waksman.pl dove dormirò due notti e vado a fare un giro per la città.
Scatto qualche foto per le varie stradine ma, appunto, la città vecchia è molto piccola e in un attimo è presto vista tutta.
Faccio una sosta per il pranzo (formaggi assortiti con un battuto di aglio micidiale) poi mi addentro nella zona ebraica ma si tratta di poco più che tre vie messe in croce e l’unica sinagoga esistente è chiusa. Incontro quattro nonnine sedute davanti ad una casa, mi fermo con loro ma purtroppo non ci possiamo capire: chissà quante cose hanno visto e vissuto… Prendo possesso della camera al Waksman che è stupenda poi torno fuori per visitare la Cattedrale e cercare un posto carino dove cenare stasera.
La Cattedrale è veramente bella ma essendo in corso una funzione non posso visitarla attentamente. Trovo anche dove cenare: un ristorante pub israeliano proprio nel Rynek, si chiama MANDRAGORA www.mandragora.lublin.pl, notevole la zuppa di spinaci e buoni i falafel.
LUBLINO e MAJDANEK, 6 agosto
Il lager di MAJDANEK, aperto dalle otto del mattino al tramonto, dista solo 4 km da Lublino, ci si arriva in 30 minuti con l’autobus 23 o il filobus 156. Costruito da Himmler nell’ottobre del 1941, a differenza di Aushwitz e Treblinka, fu realizzato in un luogo visibile a tutti. Vi furono sterminate 230.000 persone. Il campo di concentramento lascia senza parole.
E’ uno di quei posti che seppur vuoto puoi solo immaginare animato.
Vicino alla stazione degli autobus di Cracovia c’è un mercato dove faccio un po’ di spesa: acqua, yogurt, susine e albicocche, una focaccia con cipolla. Me ne vado un po’ in giro col sole e la serenità che avevo programmato. C’è ben poco da vedere, ma addentrandomi in una zona diversa e trovo un locale molto carino -TRZY KSIEZYCE HERBACIARNIA WINIARNIA– dove mi fermo a bere un tè aromatico.
CRACOVIA, 7 agosto
Arrivo a CRACOVIA alle 15:30 dopo cinque ore di bus e vado al PENSIONAT TRECIUS www.trecius.krakow.pl che è proprio bello. A Cracovia ci sono moltissime chiese suggestive, la KOSCIOL MARIACKI, la KOSCIOL SW. BARBAY, la KOSCIOL SW. KRZYZA, ma anche girovagare a piedi senza meta è piacevole ed entusiasmante. Ceno in una latteria che sembra una mensa dove è tutto buono e poco costoso: per primo ordino zuppa di barbabietola, per secondo placky = frittelle di patate con sughetto di maiale e panna acida. Ci vuole solo un po’ di pazienza con il glossario alla mano per capire le pietanze del giorno affisse sul tabellone. Sono in vacanza, ho tutto il tempo per scegliere, mangiare e gustare le specialità locali. In Ul. Bracka assaggio una vodka al miele molto buona, in Polonia la vodka è di casa.
CRACOVIA, 8 agosto
Colazione in uno dei Gran Caffè del Rynek Glowny, la piazza principale.
Alle 09:30 puntualissimo arriva il minibus che ho prenotato per andare ad Auschwitz.
Aver già visto Majdanek mi ha dato un’infarinatura ma la sua dimensione non è paragonabile all’immensità di Auschwitz e Birkenau www.auschwitz.org.pl.
Quello che ci racconta la guida è agghiacciante. I crimini perpetrati in questo tristissimo luogo sono terribili. Mi colpiscono le foto scattate da un SS, le enormi quantità di scarpe cappelli occhiali valigie catini di latta spazzole e spazzolini. Colpisce l’immensità del campo di Birkenau. La sofferenza di chi ci ha vissuto e vi è morto traspare. Leggo sempre almeno un libro ambientato nel luogo dove sono diretta prima di partire. Ho letto “AD AUSCHWITZ C’ERA UN’ORCHESTRA” di Fania Fenelon, ebrea per parte di padre, sopravvissuta alla terribile esperienza della deportazione e anche “COMANDANTE AD AUSCHWITZ” di Rudolf Hüss, l’ufficiale delle SS che per due anni fu comandante del campo di sterminio nazista. Ora vedo la sua abitazione, il suo operato, a cominciare da quella scritta all’ingresso del campo, un netto contrasto con la sua non credibile versione delle cose. Un conto leggere libri, vedere e documentari, ascoltare le testimonianze, ma essere sul posto fa tutto un altro effetto ed è comunque inimmaginabile quale e come sia stata la realtà.
Alle 16:30 sono di ritorno, precisa per avere il tempo di visitare il Museo CZARTORYSKI dove è ospitata la meravigliosa DAMA CON L’ERMELLINO di Leonardo da Vinci. Faccio due passi oltre il bastione Barbacane fino al mercato di Stary Kleparz, molto grazioso e ben fornito di generi alimentari e alle sette vado alla CONCERT HALL di Ul. Szcepanska nr. 3 per assistere ad un concerto di musica per pianoforte, una selezione di pezzi di Chopin (40 zloti). L’occasione è perfetta per aggiornare un po’ il diario. Al piano c’è un giovane ragazzo diplomato non so più in quale scuola, bravo ma molto tecnico per i miei gusti.
Una cosa che non manca in Polonia è il cibo e i locali dove mangiare. Ogni portone, ogni cortile, ogni cantina è sede di un ristorante. Mi è cascato l’occhio su una catena di Taverne che si chiama Chlopskie Jadlo. Riproduce la tipica casa di compagna con tanto di cucina economica con sopra le pentole di coccio. Il pane è fatto in casa. Mi viene portato del lardo impastato con funghi da spalmare sul pane, molto buono.
Il resto (bistecca) è senza infamia e senza lode e il conto è caro: negativo.
CRACOVIA, 9 agosto
Colazione in una pasticceria di via Slawkowska, in realtà per esser precisa è un forno, dove il caffè è il peggiore bevuto fin’ora. Ho prenotato un minibus che alle nove meno un quarto viene sotto casa per andare alle MINIERE DI SALE di WIELICZKA www.kopalnia.pl/it. WIELICZKA dista poco più di mezz’ora da Cracovia. Nell’ingresso della miniera c’è una gran bolgia. Anna, la nostra guida parlante italiano, ci fa strada lungo 54 rampe di scale per un totale di 900 e rotti scalini che scendono fino a 90 metri di profondità, ovvero e solamente fino al primo livello. I livelli visitabili sono solo i primi tre. Al terzo c’è il museo ed il sanatorio per la cura dell’asma e delle malattie della pelle al quale si accede percorrendo un corridoio lungo 2 km. Una serie di lunghe gallerie sorrette da legno centenario perfettamente conservato dal salgemma conduce a varie sale dove sono state riprodotte le scene del lavoro in miniera con vari fantocci. Qua sotto lavoravano anche i cavalli per muovere grossi marchingegni di legno. Ci sono varie Cappelle dedicate ai Santi protettori. La più famosa e grande è quella di Santa Cunegonda. Sarebbe bellissimo potersi godere tutta la sua spettacolarità in totale silenzio, pace e solitudine ma è invasa da gruppi di turisti che corrono di qua e di là per fotografare tutto. Lungo il percorso ci sono i servizi igienici e un punto ristoro dove è allestita la mostra di un fotografo che ha fatto un reportage sul sale in tutto il mondo. Proseguiamo scendendo al secondo livello dove ci sono dei laghi bellissimi di varie dimensioni, in quello più grande c’è uno spettacolino di suoni e luci. Alla fine del percorso ci sono numerosi baracchini che vendono souvenir ed una grande sala con una tavola calda dove finalmente prendo un buon caffè. L’appuntamento con l’autista è fra due ore quindi ho del tempo a disposizione. Visito il Museo di Wieliczka che è proprio interessante. Come già detto è al terzo livello, ovvero 135 metri sotto terra, è composto da molte sale e ricco di cose da vedere, soprattutto i grossi macchinari che venivano usati per l’estrazione del sale. Dal museo si torna in superficie dentro un’angusta cabina ascensore.
Tornata a Cracovia vado a pranzo al BAR MLECZNY poi proseguo alla scoperta di KAZIMIERZ, il quartiere ebraico, lungo un percorso ben segnalato dai cartelli. Alcune sinagoghe sono chiuse. Gli ingressi costano quasi sempre 5 Zl.
In Ul. Josefa c’è un bel negozio con oggetti vecchi tra cui scatoline di metallo e targhe ma nessun oggetto di piccola dimensione attira la mia attenzione, il vecchio termometro da parete della Bayer lungo un metro e mezzo invece me lo porterei via se sapessi come fare a trasportarlo. Costa 450 Zl e li vale tutti, anche se il termometro è rotto. Farmelo spedire? Nell’indecisione lascio perdere con rammarico. A quest’ora non ci sarà più di certo…
Sosta da ALEF, citato quale miglior caffè ristorante di Kazimierz, in perfetto stile giudeo, arredato come un salotto con tappeti e sedie una diversa dall’altra ma in perfetta armonia, petineuses alle pareti, quadri, mensole e mobiletti pensili, tutto stupendo, dove mi sparo una “PASCHE”, dolce-bomba fatto con ricotta lavorata con miele, mandorle, uvetta e vodka. Nel quartiere di Podgarze circola parecchia gente ubriaca. In Ul. Lipowa 4 c’è la fabbrica di stoviglie smaltate EMALIA appartenuta a OSKAR SCHINDLER. C’è ben poco da vedere per il momento ma contano di utilizzare la fabbrica per creare uno spazio da dedicare alla cultura moderna. Fa comunque un certo effetto riconoscere l’ambiente dello straordinario film girato da Steven Spielberg SCHINDLER’S LIST. Non lontana da qui c’è la storica Farmacia del ghetto APOTEKA POD ORLEM che oggi è un museo, ma è chiusa.
Ceno dunque al CHIMERA www.chimera.com.pl, in una stanzetta poco significativa rispetto alle altre, perché ho chiesto la zona non fumatori. Se non sono cambiate le cose in Polonia i posti migliori sono “fumatori” dove peraltro il sistema di riciclo dell’aria è studiato alla perfezione. Ordino medaglioni di petto d’oca con mela, gnocchi di patate, barbabietola in salsa con frutta secca e un bicchiere di vino rosso spagnolo. Assaporo con gusto ogni boccone sperando che la settimana in bici mi faccia buttar giù i chili che sto mettendo su.
CRACOVIA, 10 agosto
Faccio colazione in un posto delizioso che sta proprio a 50 metri dalla pensione CIASTECZKA Z KRAKOWA, Oryginat Smakuje Najlepiej Sklep Kawiarnia, Ul. Tomaska 21, www.ciasteczkazkrakowa.pl. Non potevo scoprirlo prima??
Vago un po’ senza meta poi visito la stupenda Basilica di San Domenico del 1257, la Cattedrale e la Torre Campanaria. Pranzo nella mia latteria preferita, visito il palazzo dedicato a Papa Woytila con le foto del suo arcivescovado, delle manifestazioni di Solidarnosh e della costruzione di Nova Huta. In una galleria culturale c’è un’interessantissima mostra fotografica di Cracovia nel 1937 con i quartieri e le strade visitate in questi giorni ma ambientati e popolati all’epoca: le facciate originali delle case, le insegne, il mercato del ghetto, lo scambio merci (principalmente di vestiti) davanti alla Sinagoga Remu, lo scambio dei libri tra bambini all’inizio dell’anno scolastico, le riunioni, gli assembramenti, un funerale, l’orfanotrofio, l’ospedale e tanti ebrei dappertutto, tantissimi, i vestiti della gente, i loro sguardi.
All’una spaccata sono di ritorno al Trecius per prendere i bagagli. Alla stazione faccio i biglietti e parto per Varsavia. Il treno è carino e confortevole nonostante sia solo una seconda classe, ci sono dei ganci a cui sono attaccati dei mini-libri da leggere, che idea geniale! Passa anche il servizio ristoro. Due ore e mezza dopo sono a VARSAVIA. Piove. Pernotto al RADISSON, che lusso!, che dista solo 500 metri dalla stazione.
E’ l’albergo dove ho appuntamento domani con il gruppo ZEPPELIN, www.zeppelin.it .
L’hotel è in un grattacielo, dotato di tutti confort fra cui la piscina di cui approfitto subito. Ceno al vicino FOLK GOSPODA www.folkgospoda.pl, molto carino in stile taverna bavarese, pieno di gente allegra e con un complesso (due chitarre e un basso) che suona. Si mangia anche bene. Io prendo delle crepes con i finferli su una crema di asparagi e concludo il pasto con una buona vodka.
VARSAVIA, 11 agosto
GEN DOBRE! Mi rilasso in questo bellissimo albergo, aggiorno il diario, sistemo lo zaino e poi vado a prendere Alessandra all’aeroporto con l’autobus. Il suo aereo della Centralwings atterra con mezz’ora di ritardo. Tra le formalità ed il ritiro bagaglio si fanno le due, ma finalmente ecco Alessandra! Prendiamo il bus 175 e durante il tragitto le racconto cosa ho visto ed i posti che mi sono piaciuti. Arriviamo al Radisson alle tre, precise per incontrare il gruppo ZEPPELIN già in fermento.
La nostra guida si chiama Margherita, ha 49 anni e assomiglia ad un folletto. Le è stato appioppato questo gruppo solo tre giorni fa per rimpiazzare la guida titolare prevista alla quale non si sa cosa sia improvvisamente successo. Ci presentiamo gli uni agli altri cercando di imparare i nomi. Il bus, un catorcio che viaggia alla velocità media di 70 km orari, è guidato dal simpatico Staszcek. Appena usciti da Varsavia becchiamo un temporale che in certi punti allaga completamente la strada. Facciamo una breve sosta a metà percorso poi alle otto giungiamo alla pensione, molto semplice ma graziosa. Dopo un quarto d’ora siamo pronti a trasferirci al ristorante che dista circa 200 mt. Mangiamo la consueta zuppa di barbabietola, pesce e patate e un buon gelato con panna. Margherita è un po’ indecisa nel dare indicazioni per domani non riuscendo a stabilire un orario per fare colazione e per partire. Ognuno dice la sua poi uno un po’ fumino alza la voce dicendo cosa fare e quando. Dopo il primo attimo di sbigottimento generale si alza un coro di voci e a Margherita sfugge la situazione di mano.
Alla fine viene deciso di fare colazione alle otto e partire alle nove.
LAGHI MASURI, 12 agosto
Ore otto tutti presenti per la colazione, buona e abbondante. Particolarmente apprezzate le frittelle di mela, davvero fenomenali. Siamo già tutti vestiti da ciclisti con le magliette tecniche ed i pantaloncini imbottiti. Alle 8.30 arrivano puntuali le bici. Sono grigio metallizzate e a detta dei ciclisti esperti sono delle belle biciclette. Sistemiamo le borse laterali, prendiamo i lucchetti e partiamo. Per fortuna le bici non sono tutte uguali, io preferisco una bici non troppo alta, mi da più sicurezza. E’ da una vita che non vado in bicicletta, infatti sarò sempre l’ultima della fila. Aggiungiamo anche che non ho un briciolo di allenamento di alcun tipo mentre qui c’è gente superallenata, che due anni fa mi sono spaccata cinque costole dorsali in moto.. ok, basta con le attenuanti, pedaliamo! Dario fa la scopa e ad aiutarlo ci sono Giorgio e Silvano che mi fanno da coach per l’uso del cambio. Sostiamo presso un agriturismo a bordo lago, visitiamo la vicina piccola Chiesa ortodossa del borgo, pranziamo e chi vuole può farsi il bagno nel lago. Oggi abbiamo pedalato per 44km; gli ultimi, su terreno sabbioso, per me sono stati molto faticosi.
La cena all’aperto con la carne alla brace è veramente piacevole ma il clou della serata è quando, dopo una serie di canzoni mezze strascicate perché nessuno si ricorda le parole, attacchiamo, strozzati dalle risate, l’inno nazionale diretti da Danilo con un mestolo, con tanto di pubblico composto da tre ragazzini che ci chiedono il bis! C’è da dire che con 25 elementi vocali (il 26mo è il direttore del coro) viene fuori una bella performance. Infatti si mette a diluviare, speriamo che domani non piova.
LAGHI MASURI, 13 agosto
Il percorso da fare oggi in bici è corto, 25 km, perché la mattinata prevede un giro in canoa sul fiume, per chi vuole farla. Io sono in coppia con Dario, ragazzo tranquillo e piacevole, i coniugi vicentini sono sempre in testa in tutte le specialità e anche in questa non si smentiscono, le coppie femminili strillano perché riescono ad andare solo all’indietro. Io e Dario ce la prendiamo comoda rilassandoci e godendoci la natura circostante. Giunti alla meta veniamo caricati con le canoe su un furgone e torniamo all’hotel dove prendiamo le biciclette. Oggi faccio molta più fatica perché ci sono molte salite e sento le gambe pesantissime. Una volta sbarcate le salite peggiori ci sono le discese, che gli altri fanno a rotta di collo, a me invece terrorizzano. Comunque non sono l’unica in difficoltà. Pic-nic in un’area attrezzata, breve riposino e via di nuovo in sella. L’ultimo tratto è sullo sterrato attraverso una meravigliosa zona agricola, campi di grano si alternano a campi fioriti, le fattorie sono una più bella dell’altra e sui comignoli abbondano le cicogne. Non posso fermarmi a fare foto altrimenti perdo il gruppo, però nella classifica sono passata avanti di una posizione.
Questa sera alloggiamo all’Hotel SOLAR www.hotelsolar.com.pl a MRAGOWO, molto bello con camere vista lago. La cena è quasi chic ma a parte la minestra di cetrioli il resto dice poco. Subito dopo cena io mi ritiro per aggiornare il diario e poi riposare perché sono veramente stanca. Domani ci aspettano 47 km.
LAGHI MASURI, 14 agosto
Sveglia, check dei dolori, colazione, partenza (la mia sempre traballante). Ho imparato a partire per prima, tanto poi in fondo ci finisco ugualmente. Meno male che a chiudere il gruppo, a farmi compagnia e darmi supporto ci sono sempre Giorgio, Silvano e Dario, i Charlie’s Angels! Ogni giorno la fatica è diversa ma ogni volta che arrivo in fondo sono contenta. La giornata prevede il trasferimento in bici fino a KETRZYN.
Da MRAGOWO pedaliamo attraverso la campagna fino a raggiungere il Santuario di SWIETA LIPKA, molto particolare con l’organo semovibile dalle enormi dimensioni. Angeli e Santi si muovono e suonano le trombe.
La tappa successiva arriva fino a RESZEL dove c’è un antico Castello vescovile. Essendo sempre l’ultima, quando arrivo in un posto gli altri, riposati e rinfrancati da un sorso d’acqua o altro, si rimettono in marcia ed io non ho mai il tempo di tirare il fiato.
Inoltre, maniaci della bici, non sono minimamente interessanti ad una sosta culturale come visitare questo Castello o il delizioso paesino di Reszel. Probabilmente, oltre ad essere fieri dei km che percorrono in un dato tempo, aspirano al brodino delle sette; l’età media di questi scalpitanti ed allenati ciclisti è over diversi anta.
In più abbiamo una guida che tutto è fuorché tale. Non ha un minimo di autorevolezza, cerca sempre di farsi compatire raccontando storie strappalacrime, si scusa continuamente perché non conosce la strada e perché non ha mai gestito un gruppo così grosso. Però ora, come ad Heidi, i monti le sorridono da quando si è lasciata spudoratamente coinvolgere nel flirt da quel marpione di ***; così già era limitata, ora è anche innamorata! Ce la siam proprio giocata.. Dario sorride con la filosofia del vivi e lascia vivere, ci chiede se per caso siamo gelosi.. non è questo il punto, non è per moralismo, la mancanza di professionalità stona e non è accettabile.
Arriviamo comunque a KETRZYN, presso l’Hotel AGROS www.hotel-agros.pl , mettiamo le bici in un apposito ripostiglio e prendiamo possesso delle stanze. Potendo sostare due notti io e Alessandra provvediamo subito a fare il bucato. Cena in hotel con zuppa, cotolette, verdura e dolce. Compensiamo con la consueta esibizione nazionale canora coordinata dal mitico Danilo e questa volta nel piazzale. Non mi sono mai sentita tanto italiana all’estero!
LAGHI MASURI, 15 agosto
Il giro odierno ci porterà al BUNKER DI HITLER, conosciuto come la TANA DEL LUPO. Raggiungiamo il luogo senza difficoltà. E’ infestato dalle zanzare quindi abbondo di Autan. I bunker sono molteplici, immersi nella vegetazione e anche appositamente mimetizzati. Il tetto è massiccio, enormi blocchi di cemento intelaiati col ferro riparavano gli alloggi della rosa dei capi che rispondevano direttamente a Hitler. Ci sono delle foto che lo ritraggono in compagnia di Mussolini. Tutto sommato non mi dice un granché questa visita, avrei preferito vedere il Castello di Reszel.
Il ritorno è su una salita massacrante perché è un pavé che distrugge le ginocchia. Arriviamo in prossimità di un grazioso villaggio ma non possiamo fermarci neanche per fare una foto perché dobbiamo raggiungere il Museo di Owczarnia, praticamente una casa rurale con utensili contadini. Sono sconfortata.
Questo ritmo mi pesa e anche essere sempre derisa perché sono l’ultima comincia a darmi fastidio. Dichiaro che domani proseguirò da sola, al mio passo, con calma. Alessandra e Dario decidono di unirsi a me. Con una cartina alla mano ci facciamo dire da Margherita dove siamo e dove siamo diretti. Finalmente ci possiamo godere il paesaggio e fermarci a fare le foto. Ad un certo punto però ci sorge il dubbio di non essere sulla strada giusta perché i riferimenti dati da Margherita non corrispondono. Chiediamo a due passanti che parlano solo polacco, la destinazione noi la pronunciamo KETRIZN e loro KENSCIN ma alla fine capiscono dove vogliamo andare e ci indicano la direzione: quella opposta! Facciamo retrofront fino a quando incrociamo il gruppo che, seguendo Margherita, sta ovviamente pedalando nella direzione sbagliata. Grazie a noi evitano di andare oltre e ripartiamo tutti assieme. Dopo pochi km, con la scusa di una sosta tecnica, ci distacchiamo di nuovo dal gruppo. KETRZIN è una città carina.
LAGHI MASURI, 16 agosto
Questa mattina ci aspettano 30 km per raggiungere GIZYCKO da dove ci imbarcheremo sul battello. Ho anche un momento di gloria quando inaspettatamente passo in testa al gruppo con stupore e disappunto di alcuni. Le mie ginocchia sono molto dolenti per cui sono contenta di poter salire a bordo della bagnarola che placidamente scende lungo il lago e i canali navigabili. Chi vuole può scendere a metà percorso e proseguire in bici, io non ci penso proprio e non sono la sola. Sul battello si mangia, si beve e ci si rilassa al sole, vuoi mettere?
Allo sbarco ci attendono le nostre bici ed i ciclisti più accaniti che si son fatti il percorso a bordo lago. Benché ci siano le solite diritture in salita riesco ancora ad andare. L’importante è non dover battere record. Ad un certo punto tagliamo giù per i campi perché l’albergo è a ZIELONY GAJ, in una fattoria nel bel mezzo del niente. Ci sono dei tratti sabbiosi e altri motosi con l’acqua. Procedo con cautela ma rischio di andare in terra un paio di volte, preferisco scendere. “Dai! Monta su quella bicicletta!” mi punzecchiano Dario e Silvano, ma io sono al limite della sopportazione, loro non possono capire, non sanno che questa impresa per me è già stata eccezionale, che solo due anni fa mi sono spaccata mezza, che ho continuato a sentirmi rotta e incapace di fare qualsiasi cosa, che ho paura di cadere e di contribuire ad incrementare quel dolore che temo quale costante compagno d’inverno.
Li esorto ad andare avanti, vedo la fattoria, non mi va che si sentano costretti ad andare a due a causa mia quando non è necessario. All’ennesimo incitamento che nella mia percezione fa rima con lamento, commento, tormento e scoramento ci vuole una rottura di schema. Scendo dalla bici e scaraventandola in terra urlo Basta! Andatevene e lasciatemi sola! Silvano abbassa la testa e va via. Dario prende la mia bici a fianco della sua e si allontana senza distaccarsi troppo.
Io sono finalmente con i piedi per terra, sicura e tranquilla, solo un po’ amareggiata ma non è colpa mia, non ho potuto pedalare con i miei tempi, ho sempre dovuto rincorrere gli altri, mai una tregua, mai dieci minuti di riposo ai punti sosta. La difficoltà dichiarata del percorso (FACILE) non è veritiera, lo hanno ammesso anche gli esperti del gruppo, quindi ho fatto anche troppo, sicuramente tanto.
Il fatto che gli ultimi due pernottamenti siano in mezzo alla campagna anziché a MIKOLAJKI come da programma suscita non poche polemiche. A me invece piace parecchio questa sistemazione, sicuramente si mangerà anche bene. Nel prato c’è un tendone per riporre le bici, ci metto la mia con tanti saluti. Io domani mi risposo!
LAGHI MASURI, 17 agosto
Vado a fare colazione e saluto il gruppo in partenza. Margherita, in uno sprazzo di lucidità, mi ha procurato un passaggio per Mikolajki da Tomek, uno dei ragazzi della fattoria, su un minivan Mercedes che Tomek guida a rotta di collo. Questi polacchi guidano con estrema disinvoltura, amano sgommare e rivestire i sedili con copri-sedili pelosi tigrati e zebrati, terribilmente kitch. Con me è venuto Dario.
Mikolajki è una cittadina sul principale lago della Masuria, piena di movimento, bei negozi, ristoranti e gelaterie. Attraversando il ponte, sull’altra sponda si trova una grande struttura in via di ristrutturazione che sembra un vecchio deposito, forse una darsena, chissà se ci faranno un hotel. Da questo lato del lago pranziamo in un simpatico posto all’aperto lontano dalla confusione, poi andiamo a vedere il laboratorio di un artigiano che intaglia il legno raffigurando animali (belle le cicogne), compriamo mirtilli da una vecchina, entriamo in un Antiki a curiosare tra gli oggetti e i mobili ed incrociamo anche i compagni di viaggio in bicicletta. Siamo contenti di essere a piedi.
Un giro in mongolfiera sarebbe ganzissimo ma costa ben 350 euro, un furto.
Abbiamo pensato di tornare via fiume ma la motonave non ferma a Zielony Gaj. La prendiamo lo stesso? Certamente, scenderemo alla fermata più vicina e faremo due passi nella campagna! Dario è in gambissima in bici ma quando si tratta di camminare è un po’ recalcitrante, alla fine però si lascia trascinare nell’avventura. Compriamo il biglietto e saliamo a bordo. La navigazione è proprio piacevole e rilassante.
Sulle verdi colline che fanno da sfondo al fiume le mucche al pascolo sembrano dipinte.
In verità la barca ci passa da Zielony Gaj, magari potrebbero fare un’eccezione e fermarsi…, vado a chiederlo al Comandante! Busso alla particolare cabina di pilotaggio che si abbassa quando passa sotto ai ponti e, in inglese, avanzo la mia richiesta. Il Comandante risponde immediatamente di no ma l’altro, parlandogli in polacco, gli dice che potrebbero farlo, lo capisco dalla mimica. Il Comandante però è risoluto, ligio alle procedure pare irremovibile. Cominciano a discutere tra loro al che io, imbarazzata, chiedo scusa e torno al mio posto. Pazienza, ci ho provato.
In prossimità della nostra fattoria ci disperiamo scherzosamente per la mancata opportunità di scendere quando.. ma che succede?.. stanno manovrando?.. Sìììì!! Stanno facendo le manovre d’attracco!! evviva!!! Il polacco che si era messo a discutere a favore viene a chiamarci sorridente. Ancora non ci credo! Sono troppo gentili!
Ci scendono nella vegetazione, non al pontile, forse per non farsi vedere, ma va benissimo così! Scendendo salutiamo l’equipaggio sorridente e i passeggeri compiaciuti.
Attraversiamo la boscaglia facendo attenzione alle ortiche ed il campo adiacente alla fattoria dove, sprofondando nell’acqua, facciamo saltare un sacco di ranocchi.
Dopo aver visto Mikolajki sono ancora più contenta di essere alloggiata in campagna. La fattoria è in riva ad un canale e ad entrambe le sue estremità c’è un lago. Dal pontile dove sono ormeggiate le barche è piacevole osservare i cigni e l’atmosfera.
Sono appena le quattro, il gruppo non è ancora rientrato. Ci rilassiamo al sole tiepido del pomeriggio con una birra poi ci prende il palletico. Organizziamo l’arrivo? Ok, prendiamo una tovaglia bianca da tenere tesa delimitando l’arrivo e prepariamo dei mazzetti di fiori da dare a ciascun partecipante quando taglierà il traguardo, poi inventiamo una premiazione, stabilendo categorie, finalisti e premi. Tanto per cambiare anche oggi Margherita ha sbagliato strada facendo percorrere al gruppo dei bei km in più per un totale di quasi 70!
Eccoli! Arrivano!! I primi a tagliare il traguardo sono i due asociali che sono sempre andati a dormire alle nove, quelli sempre in testa al gruppo per conto proprio, infatti non passano sotto la tovaglia. Poi arrivano tutti gli altri, divertiti dall’inaspettata e simpatica accoglienza. Dario bacia le donne e consegna loro i fiori, io faccio altrettanto con gli uomini.
Dopo cena, ma ancora a tavola, io e Dario chiediamo l’attenzione di tutti.
E adesso faremo le premiazioni dei migliori partecipanti a questo viaggio! -applausi, grida, risate- Per la categoria miglior SPINTONATORE the winner is… Giorgio! -altri applausi, altre grida, altre risate– Giorgio venga a ritirare il premio! C’è anche un premio?? Il premio consiste in un’opera d’autore che riproduce l’attività svolta: è il disegno di un culo e di una mano che lo spinge! –tutti ridono fragorosamente e applaudono- Giorgio incredulo e contento torna al suo posto. Premio al miglior TRADUTTORE dal polacco! –e giù risate- tutti hanno capito chi è il vincitore, Danilo, che più volte si è improvvisato traduttore a modo suo senza capire una parola, alla Benigni in “La vita è bella” facendoci sbellicare dal ridere. Il premio è una fotocopia del glossario polacco-italiano della mia guida turistica. Per la categoria MAGGIOR CASINISTA E CHIACCHIERONA ci sono quattro finaliste! –suspence- vince L**!
L** lì per lì non capisce se la stiamo prendendo per i fondelli, tutti gli altri sono letteralmente sganasciati dalle risate perché non l’abbiamo mai sentita fiatare.
Mi sto divertendo un sacco. Seguono il miglior PREPARATORE DI PANINI, il miglior DIVORATORE DI FRITTELLE, la miglior INNAFFIATRICE DEI BOSCHI ecc.
A questo punto la serata non può concludersi senza l’ultima esecuzione del nostro inno nazionale! Per l’occasione il maestro è munito di mestolo e addirittura di spartito, ovviamente finto, un foglio che ad un certo punto fa pure finta di girare scatenando l’ilarità generale.
VARSAVIA, 18 agosto
Ultimo giorno con Zeppelin e rientro a Varsavia con prima sosta all’aeroporto per chi riparte subito in volo, la seconda alla Stazione Centrale ed infine al Radisson.
Con un taxi io e Alessandra andiamo agli uffici della CAPITAL APARTMENTS www.capitalapart.pl/it/varsavia_appartamenti dove un ragazzo molto giovane deve riscuotere subito la cifra pattuita per consegnarci le chiavi del nostro appartamento.
L’appartamento è in Ulica Freta 45/47, veramente carino, luminoso e funzionale. Costa 25 euro a testa a notte. Usciamo per andare ad esplorare il centro che è proprio molto vicino. In fondo alla nostra strada c’è il Barbacane.
Varsavia in centro è graziosa, a piazze e strade si affacciano palazzi colorati che sono abitazioni, istituzioni, locali e negozi. Visitiamo il Palazzo Reale, ricostruito ovviamente, bello, con decorazioni e suppellettili sontuose.
Stasera a Varsavia ci sono ancora Paola e Danilo con cui condividere la cena, ma dove?
Passata in rassegna una serie di locali la scelta ricade su un ristorante si rivela pessimo, pessimo servizio, pessima atmosfera, la musica troppo alta impedisce di parlare, il cibo non è niente di che. Non ci resta che concludere la serata nei pressi della via Reale con un giro di vodka.
VARSAVIA, 19 agosto
Poiché Paola e Danilo partono nel pomeriggio si uniscono a noi nell’esplorazione del famoso mercato russo più grande d’Europa. L’appuntamento è alle nove sul ponte.
Ci incamminiamo tutti assieme con destinazione Stadio. La zona esterna è un’immensa Chinatown divisa per settori merceologici, scarpe vestiti biancheria giocattoli ecc. la parte centrale è più russo-polacca con scarpe sportive di marca, cd, dvd e chincaglieria di vario genere. Essendo donne ci piace comunque curiosare. Meno male che Danilo è paziente. Ci facciamo le nostre giratine acquistando dei pensierini per le amiche e dei CD (costano 10 zloti cioè 3 euro) tra cui una raccolta degli U2, The best of Depeche Mode, l’ultimo di Prince. Paola e Danilo ci salutano, noi proseguiamo per il quartiere Praga dove c’è una fabbrica di vodka sopravvissuta ai bombardamenti che ora ospita una galleria d’arte. Questo quartiere, il più popolare ed in alcuni punti il più malfamato, trafficato e attraversato in lungo e in largo dalla tramvia, è l’unico dove qualcosa è scampato alla guerra. Le facciate dei palazzi sono piene di buchi e tutti i balconi sono crollati. Alle due e mezza abbiamo appuntamento con Piotr e Julia, i due polacchi che ho conosciuto neo-sposi lo scorso anno con Ilaria in Malawi (leggi il diario!, ndr). Sono così contenta di rivederli!
Mentre siamo per strada mi arriva un sms di Piotr che avvisa di essere in ritardo. Perfetto! Così abbiamo il tempo di pranzare al Bar Mleczny Pod Barbacane.
Piotr e Julia arrivano sorridenti e belli come li ricordavo. Baci abbracci e gioia infinita!
Saliamo su in casa loro, un piccolo appartamento di soli 30 mq, si può proprio dire due cuori e una capanna. Dopo qualche chiacchiera Piotr ci porta con la macchina al Museo della Storia di Varsavia. Piotr è di origine libica ma guida proprio come un polacco.
Il museo è immenso e molto interessante. E’ un archivio storico multimediale di quanto è successo durante la guerra, ci sono foto, filmati, oggetti, sono riprodotte situazioni, ambienti, sotterranei, c’è anche una parete alla quale appoggiare l’orecchio per ascoltare i rumori dei bombardamenti. Potrei starci un’intera giornata qui io.
Andiamo a cena in un locale spettacolare dentro una cantina, dicono originale bunker durante la guerra. Ci servono di defalult un antipasto a base di lardo e ciccioli di maiale, poi ordiniamo paté di selvaggina, anatra e maiale con marmellata e verdurine.
VARSAVIA, 20 agosto
Propongo di prendere l’autobus fino a Wilanow, poi tornare sempre in bus scendendo a Nowy Swiat e percorrere la Strada Reale tutta a piedi facendo la varie soste.
Krakoswkie Przedmièsce è ampia, decisamente regale. La periferia di Varsavia è grigia. Dopo una serie di casermoni in puro stile sovietico segue un quartiere residenziale. A Wilanow, di fronte al cimitero, c’è il capolinea del bus 180.
Attraversata la strada c’è il Parco all’interno del quale c’è la residenza reale estiva in stile Versailles. Pur essendo lunedì, giorno di chiusura di tutti i musei polacchi, è fortunatamente aperto e visitabile. Essendoci poca gente è una visita rilassante, l’arredamento è di gusto classico, i colori delle stanze sono molto tenui, anche gli affreschi. Ci prendiamo il nostro tempo poi rimontiamo sul bus 180 e scendiamo a Nowy Swiat. Passeggiamo con calma, osservando i palazzi e le vetrine.
Pranziamo nel Bar Mleczny dell’Università, molto carino e pulito. Nel pomeriggio ci ritroviamo con Piotr e Julia che prima ci scarrozzano nel quartiere Praga poi ci portano a casa loro. Al computer guardiamo le foto del loro viaggio di nozze in Malawi, dove ci siamo conosciuti, le foto del viaggio a Tokyo in occasione della tournée teatrale di Julia e quelle di Piotr nei suoi film (è un attore cinematografico).
Restiamo a cena da loro. Ci offrono la tipica zuppa di barbabietola con l’uovo sodo – fatta in casa è superlativa- degli involtini di pasta sfoglia con un ripieno ai funghi e per finire delle paste che hanno comprato apposta per noi. Ci riaccompagnano a casa. Prima di lasciarci Piotr telefona premuroso al tassista che deve venire a prendere Alessandra all’alba per accertarsi che abbia capito.
VARSAVIA, 21 agosto
Ultimo giorno. Alessandra ha un volo diverso dal mio, saluta sottovoce e scende, il taxi è arrivato puntuale. Io preparo i bagagli con calma, alle 12,00 riconsegno le chiavi dell’appartamento negli uffici della CAPITAL APARTMENTS e lascio i bagagli in custodia per andare a pranzo all’ormai collaudato Bar Mleczny dell’Università. Funziona come una mensa, scegli sul tabellone, paghi e ritiri il cibo.
Ritirati i bagagli posso andare col mitico bus 175 all’aeroporto.
Di ritorno dal viaggio abbiamo inviato una lettera collettiva a Zeppelin in merito all’inefficienza della guida: hanno rimborsato ad ognuno di noi una quota per il disagio. Zeppelin definisce tutt’ora FACILE il viaggio “Parco nazionale della Masuria” precisando “percorsi collinari, con tratti sterrati, sabbiosi, sassosi e su pavé. I percorsi sono in media di 35-45 km giornalieri. Ad una media di 10-13 km/h (andatura di assoluto relax e alla portata di tutti)”.
Le poche parole di polacco che ho imparato sono (ne scrivo la pronuncia) :
GEN DOBRE, buongiorno
DOVIZENIA, arrivederci
DOSOBANECIA PUIGNEI, a dopo
GENKUJE’, grazie
NASDROVIE, salute!
DOBRA, bene
PROSCE oppure RAHUNEK, il conto
SMRUT, puzzo
KLEB, pane
BUKA, pane bianco
IEDEN, uno
DVA’, due
TIEI, tre
SC-CTERE, quattro
PIENC (con la C tipo Ciliegia), cinque
La Polonia è una meta interessante, non vi deluderà.
A questo giro ho viaggiato con la Rough Guide.
Dovizenia!