AUSTRALIA – QUEENSLAND
Periodo : luglio-agosto 2002
Durata : un mese
Tipologia : viaggio fai da te
ITINERARIO
SIDNEY – PORT STEPHENS – ALMA BAY – NEW CASTLE – NAMBUCCA HEAD – BALLINA – BRISBANE – NORTH STRADBROKE ISLAND – NOOSA – GAGAJU – HARVEY BAY – FRASER ISLAND – WHITSUNDAYS – AIRLIE BEACH
15 luglio, SIDNEY
All’aeroporto di Sydney il cane dell’antidroga mi annusa distrattamente ma quel tanto sufficiente da farmi passare ben tre controlli, con apertura del bagaglio e un sacco di domande. Mia sorella Chiara invece passa indenne. Prendiamo il Bus Sidney Express facendo praticamente un primo tour della città. All’ostello EVA BACKPAKERS c’è movimento. Fa un po’ freddo, più che altro per l’aria condizionata che imperversa ovunque. Prima di andare a dormire facciamo una capatina sul roof per il panorama sui grattacieli.
16 luglio, SIDNEY
Colazione gratuita nella cucina di Eva con pan carrè, marmellata e caffè. Fa proprio freddo, forse non si arriva a 10 gradi. Ci dirigiamo verso Hyde Park. Le case lungo Victoria St. and Darlingernst Rd mi ricordano Notting Hill. Attraversiamo il parco ed entriamo in St. Mary Cathedral. Poi proseguiamo lungo Macquaire St. dove ci imbattiamo in The Barracks con le corti di giustizia e nel Porcellino, il bronzo identico a quello in Por Santa Maria a Firenze. La copia fu donata alla città di Sydney da un fiorentino nel 1968. Alla fine troviamo l’Opera House che è più bella vista da lontano che da vicino. Proseguiamo sul Circular Quay da dove partono i ferry. Compriamo il famoso DRIZA-BONE coat! Per non portarcelo dietro ben cinque settimane lo facciamo spedire via nave (tempo stimato 6-8 settimane). Sul Sydney Harbour Bridge i Climbers salgono proprio fino in cima. Pranziamo in un bistrot poi ci fermiamo al Visitors Centre per prendere dei dépliant e andiamo a cercare una harbour cruise al Circular Quay. Non ce ne sono, sono le cinque e la prossima parte alle otto. Idea: tra i dépliant c’è quello del Acquarium Pass cioè entrata all’Acquario + Harbour Cruise fino a Darling Harbour e ritorno. Ok andiamo. Il giro in battello è bellissimo anche perché sta tramontando il sole e si stanno accendendo le luci dei grattacieli. L’acquario è stupendo soprattutto dove ci sono gli squali. Dopodiché l’imprevisto del giorno: sbagliamo a leggere l’orario del battello e così ci tocca stare un’ora, anche di più, al gelo totale ad aspettare il prossimo battello… che sta arrivando! Siamo nuovamente al Circular Quay e dobbiamo cenare: a little problem: sono le dieci pm e non ci fanno entrare! C’erano dei pub così carini! Prese dalla fame compriamo due quiche da un pakistano e poi infiliamo da Mc Donalds per un hamburger! Per tornare all’ostello prendiamo un bus, prima però compriamo una bottiglia d’acqua. Il cassiere ci chiede se siamo olandesi. “Italiane!” Tutto sorridente risponde“Oh… vaffanculo!” Ma chi è il cretino che gliel’ha insegnato facendogli credere che sia qualcosa un gentile benvenuto? Alla fermata del bus incontriamo due italiani che vivono qui. Scambiamo due parole ma siamo stanche e la conversazione è di una banalità totale. Oltretutto non mi sembrano così felici della loro scelta di vita. E’ mezzanotte e mezzo, buonanotte.
17 luglio, SIDNEY
Mattinata dedicata ad alcuni aspetti pratici. 1° farsi la VIPCARD per avere gli sconti. 2° prenotare il PASS della Greyhound. 3° prenotare il tour alle Blue Mountains. Nell’ordine: vicino al nostro ostello ce n’è uno della catena VIP, chiediamo la carta che ci permetterà di fare i biglietti del bus a prezzo scontato. La carta ci costa 32$. Poi facciamo il Pass Sydney-Cairns (anche se a Cairns forse non ci arriveremo) perché conviene come Tariffa 261$ contro il Km pass (281$ per 2000 km che non ci basterebbero perché fino ad Airlie Beach sono 2300). Per il ritorno staremo a vedere. Io sarei per un treno con cuccetta o per un volo interno. Già che ci siamo ci facciamo prenotare l’ostello successivo – che è della catena VIP – a Port Stephens ed è una buona idea perché pare che nei prossimi giorni ci sia un ponte scolastico con conseguente casino per trovare i posti. Soddisfatte andiamo in un’agenzia che sta proprio di fronte a Eva’s e prenotiamo per domani un tour per le Blue Mountains. Dopo un attento vaglio dei depliants dei vari operatori (fatto ieri sul molo in attesa del battello!!) abbiamo scelto un ecotour che prevede anche un trekking e non solo gli spostamenti classici per i turisti nei due o tre punti principali. Ora c’è un problema: abbiamo un mal di piedi atroce a causa delle scarponi nuovi. Ce la faremo? Non so. D’altra parte non abbiamo alternative. Doloranti di prima mattina partiamo alla volta del Domain per andare a visitare il Museo del NSW passando da Woollomoloo Bay, dove un pazzo tenta di arrotarci accelerando con il suo camioncino. Eh già, perché in Australia gli automobilisti sono rispettosissimi dei pedoni che attraversano sulle strisce, diversamente prendono la rincorsa e la mira! L’entrata al museo è gratuita e la guida anche. June, un’attempata simpatica signora, ci mostra le opere più significative. Sono interessanti perché mostrano la vita degli australiani ai tempi dei primi insediamenti e all’epoca della corsa all’oro (Gold rush). Nel reparto aborigeno ammiriamo opere interessanti poi assistiamo alla dimostrazione di un aborigeno che suona il digeridoo. Per pranzo infiliamo dentro a David Jones dove oltre a centinaia di negozi ci sono decine e decine di ristoranti take-away di tutte le nazionalità. Il Queen Victoria Building che è a due passi (sempre doloranti!) è un palazzo magnifico sia esternamente che all’interno. Purtroppo però siamo di corsa, magari ci torniamo domani (il giovedì i negozi stanno aperti fino alle 9 pm) perché vogliamo vedere anche un altro museo. Prendiamo l’autobus ma l’autista ci fa scendere tre isolati prima. Proprio quello che ci voleva per il nostro mal di piedi! Appellandoci a tutti i Santi del Cielo raggiungiamo il Powerhouse Museum dove utilizziamo la nostra VIP Card per uno sconto sul biglietto intero. Il ritorno all’ostello è tragico! Non c’è verso di beccare un autobus. Attraversiamo Chinatown e risaliamo tutta William St. e arriviamo a Kings Cross. Siamo stravolte dal dolore ai piedi e non abbiamo il coraggio di pensare alla camminata di tre ore di domani. Andiamo a fare la spesa necessaria per l’escursione di domani. Mi sembra che faccia più freddo del solito. Chiara ha i piedi marmati.
18 luglio, SIDNEY – BLUE MOUNTAINS
Questa mattina c’è EVA in persona! Esiste! Alle 7.30 am siamo puntuali di fronte a EVA’S per la partenza dell’Ecotour. Il nostro bussino arriva con 15′ di ritardo. Non è tanto per l’attesa quanto per il freddo! La buona notizia è che il mal di piedi inizia ad attenuarsi. Arrivati al Canyon scendiamo e partiamo per il bush-walk con l’autista che ci spiega dove siamo, che giro faremo ecc..
Il canyon è magnifico. La vegetazione è rigogliosa. Ci sono molti eucalipti, ma non i koala e a seconda delle condizioni climatiche – pioggia e rifrazione della luce – le montagne cangiano in blu. Per questo si chiamano BLUE MOUNTAINS. La passeggiata comincia con una discesa del Canyon. Sono tutti scalini. Via via che si scende cambia la vegetazione. Non ci sono più eucalipti ma alberi ad alto fusto, sassofrassi e felci che sembrano palme. Ogni tanto il percorso cambia, in un sali e scendi. Cominciamo a accusare la stanchezza nei muscoli delle gambe, i piedi vanno abbastanza bene. Durante il percorso facciamo amicizia con un ragazzo tedesco, Frank, e i suoi due amici. Ora si risale, tutto a scalini. E’ veramente dura anche perché il ritorno è a ritmo sostenuto. Alla fine siamo fieri di noi. Poi andiamo a vedere le famose THREE SISTERS. Ok sono tre rocce… ma niente di eccezionale. Pazzesco invece il business turistico che c’è da questo punto per vederle. Meno male abbiamo scelto l’eco-tour, faticoso ma almeno con un senso! Approfittiamo della sosta per mangiarci crackers, formaggio e banane. Ci portano anche in un campo recintato a tirare il boomerang. Sembra facile… non lo è assolutamente! Però è divertente. Infine andiamo in una zona dove sanno che ci sono i canguri. Infatti ce n’è un’intera famiglia che si lascia avvicinare continuando, incurante, a mangiare l’erba. Concludiamo con tè e biscotti nel prato e poi facciamo ritorno ai rispettivi ostelli. Durante il rientro pisoliamo tutti. Frank ci accompagna all’ostello insegnandoci una scorciatoia. Lui è qui da aprile e resterà in Australia complessivamente un anno. Studia architettura e ha 26 anni. Ci diamo appuntamento per le 10 pm al suo ostello che è vicinissimo al nostro per andare a bere una birra al pub. Ci facciamo una lunga doccia calda, ceniamo al take away thai e raggiungiamo i tedeschi all’Original Bakpacker. Loro dormono in una camerata con 10 letti, per socializzare… Nel pub fa molto caldo. La birra è buonissima. Io mi intrattengo con Frank mentre Chiara parla con Mark. Passiamo così un paio d’ore. Quando torniamo all’ostello siamo leggermente ciucche però… non abbiamo freddo. Ci addormentiamo all’istante, puzzolenti di fumo.
19 luglio, SIDNEY – BONDI BEACH
Mentre facciamo colazione arriva alle nostre narici uno strano odore… Ci guardiamo intorno cercando di individuare il petomane che sgamiamo appena ne sgancia un’altra puzzolentissima! NOW STOP! sbotta Chiara. Ancora oggi ripensandoci ridiamo. Il nostro programma prevede la passeggiata sulla costa fra le spiagge di Bondi e Coogie. Scendiamo con le scaletta a Wollomoloo. Abbiamo capito che ovunque c’è un passaggio. Quando arriviamo al Circular Quai prendiamo la metro che chiaramente passa anche da Kings Cross! Ok, abbiamo fatto due passi… Quella parlava di treno invece City Rail è la metropolitana. Scendiamo a Bondi Junction e da qui, nella stazione dei bus, prendiamo quello per Bondi Beach. La spiaggia è molto bella e l’acqua pure. Ci togliamo le scarpe per bagnarci almeno i piedi. C’è il sole, fa abbastanza caldo e chiaramente, come mi fa notare mia sorella, siamo bardate fino ai denti! L’acqua è gelata però è irresistibile. Lungo la costa c’è un percorso. Sarebbe meglio farlo al contrario cioè Coogie-Bondi per avere il sole in viso e abbronzarsi camminando… Dopo un po’ troviamo un’altra spiaggia e ci sediamo ai tavolini di un bar per mangiare rilassandoci al sole. Proseguiamo per Coogie che però non raggiungiamo perché siamo stanche e un’idea della costa e delle sue spiagge ormai ce l’abbiamo. Il sole sta calando quindi meglio tornare. Prendiamo il bus di nuovo fino a Bondi Junction poi prendiamo la metro per K.C. dove ci facciamo un massaggio ai piedi dai cinesi. Ceniamo in ostello e alle dieci ci addormentiamo stecchite.
20 luglio, SIDNEY – PORT STEPHENS – NELSON BAY
Dopo colazione salutiamo Eva e con la metro scendiamo alla fermata M. Town Hall per vedere meglio il Queen Victoria Building. L’edificio è in stile liberty e uno dei due orologi appesi al soffitto ha un veliero che gli gira intorno con alcuni personaggi in movimento; ogni tanto si solleva un pezzo e ci sono delle scene di cui si sente pure il racconto. Scendiamo lungo Gorge St. per andare al Paddy’s Market. È aperto solo dal giovedì alla domenica e qui c’è veramente di tutto a due lire (è tutto cinese). Alla stazione dei bus compriamo una bottiglia d’acqua e delle noccioline (da mangiare di nascosto perché sull’autobus non si può). Il bus parte puntuale all’una e in tre ore raggiunge Newcastle da dove dobbiamo prendere un altro bus per andare a Port Stephens. Lungo il tragitto attraversiamo un’enorme foresta. Il paesaggio è stupendo. Siamo comunque distratte dal film che ci viene proiettato. A Newcastle il tramonto è di un arancione pazzesco. La nostra comprensione dell’australiano è ancora molto scarsa. Chiediamo informazioni per prendere la coincidenza. Io annuisco per non essere scortese ma non ho capito una mazza. Il tipo parla troppo ARRA ARRA. Chiedo a Chiara “Tu hai capito?” “No, nemmeno io”. Riproviamo? ARRARRA! Allora gli rispondo RRRRAAARRRR! E lui ribatte anche qualcosa! Cosa? E chi lo sa! Il bus della Port Stephens Coaches arriva a Nelson Bay alle 6.40 pm e ci lascia davanti al SAMURAI BEACH BACKPACKERS BUNGALOWS. Al ricevimento troviamo Sandy e Mark che ci fanno sentire subito a nostro agio. Sandy ci prende anche l’ordinazione per la cena perché anche loro andranno a un take-away thai. Ci compriamo un repellente per le zanzare, qui ci sono, enormi. I bungalows (19$) sono nel bosco e dormiremo con Yashi, un giapponese. Dopo una mezz’ora arriva la cena (31$). Ci trasferiamo nella BBQ AREA perché non abbiamo le posate. E’ all’aperto e molto wild. Fuori dal nostro bungalow c’è un opossum rintanato in un buco. Lo attiriamo con le noccioline. E’ carino da morire e ha il pelo morbidissimo. Sono le otto e mezza e non ci resta che andare a letto.
21 luglio, NELSON BAY
Mega dormitona nel letto a castello di legno. Per la colazione non ci siamo organizzate e qui non c’è il breakfast free come da Eva. Però c’è il tè. E’ già qualcosa. Più che altro per scaldarci! Fuori dalla stanza ci sono delle papere. Prendiamo un bus per andare al Salamandre Shop Center e fare un po’ di spesa. Depositiamo la spesa in camera, facciamo due chiacchiere con Sandy che ci dice che c’è una koala che a volte si fa vedere, poi partiamo per una passeggiata alla scoperta dei dintorni. Prima tappa la One Mile Beach poi al Boat Harbour. Siamo nel Tomaree National Park. Le spiagge sono belle e selvagge. I paesini sono silenziosi, ordinati, perfetti. Le case sono tutte prefabbricate, una attaccata all’altra. Ogni casa ha il garage e il prato davanti. In giro non c’è quasi nessuno. Se incontri qualcuno è comunque strano per noi, scalzo ad esempio. Proseguiamo riprendendo la Gan Gan Road per scendere al BIRUBI POINT da dove partono chilometri di dune altissime. Sembra di stare nel deserto però affacciato sull’oceano. È stupendo. Cicchiamo l’autobus e non abbiamo un timetable per sapere quando passerà il prossimo (e comunque non passano di frequente). Ci avviamo con pazienza. Ad un certo punto un pazzo lancia deliberatamente dal finestrino della macchina una apple pie. Mi prende in pieno in un braccio con un tonfo che li per lì mi fa paura perché non capisco cosa stia succedendo, un secondo dopo vediamo i pezzi di mela volare e poi sento il dolore e vedo lo spiaccicamento del dolce sulla mia felpa. In mezzo a tanta civiltà abbiamo beccato l’unico idiota in circolazione. Dopo un altro paio d’ore di cammino rientriamo alla base. Abbiamo percorso 12 km e siamo distrutte. La doccia calda ci rimette al mondo. Nella kitchen area ci prepariamo una pastasciutta al pomodoro che mangiamo velocemente perché all’aperto fa veramente freddo. Andiamo a letto alle sette e mezza, sempre prima!
22 luglio, SHOAL BAY – TOMAREE HEAD – ZENITH BEACH – FINGAL BAY
Ci piace molto questo posto perciò decidiamo di restare un giorno in più. Elimineremo la tappa a Southport vicino a Surfers Paradise che tutti fanno capire essere uno schifo storcendo la bocca. Per la colazione siamo organizzate con pane per toast, marmellata, banane, biscotti. Caffè e tè sono forniti dall’ostello. Ma ci sarà da giovarsi del bollitore? C’è dentro una formica che galleggia. Del resto tutta la cucina e allucinante. Il barbecue è tutto incrostato, i fornelli pure, le pentole anche e le ragnatele imperversano everywhere! Ok anyway! Oggi col cavolo che ci facciamo una sfacchinata come ieri. Sandy ci consiglia di farci un DAY EXPLORER PASS. Non ce lo poteva dire ieri??! Costa 5,50$ e si può salire e scendere tutte le volte che si vuole in tutta la baia. Orario alla mano (perché non passano tutti i minuti) scendiamo dapprima a NELSON BAY dove facciamo una passeggiata sul porto. Riprendiamo il bus per scendere a SHOAL BAY, assolutamente incantevole. L’acqua è pulitissima e il mare è calmo. Saliamo al TOMAREE HEAD da cui si gode di una vista mozzafiato sul Mar di Tasmania. Sotto di noi c’è la ZENITH BEACH e una lingua di sabbia che arriva a PORT STEPHENS. Riprendiamo il bus per arrivare a FINGAL BAY, dare un’occhiata e comprare due pomodori per la cena. Sandy ci invita ad andare al CampFire, dove ieri si è fatto un giretto il koala, ma siamo stanche e domani abbiamo il bus per Newcastle alle 8. Ceniamo di nuovo velocemente a causa del freddo e via a letto.
23 luglio, PORT STEPHENS – NEW CASTLE – NAMBUCCA HEAD
Giornata di trasferimento in autobus. Alle 8 am puntualissimo passa il PORT STEPHEN COACHES BUS. Arriviamo a New Castle alle 9.35 e ripartiamo con MC CAFFERTY’S alle 10 am. Verso le 11 am c’è una sosta tecnica di 40 minuti in una stazione di servizio. Ne approfittiamo per mangiare qualcosa. Poi il viaggio riprende. Arriviamo a NAMBUCCA alle 3.40 pm. Andiamo all’Information Centre e decidiamo di regalarci un pernottamento come si deve in una Guesthouse: BEILBY’S BEACH HOUSE. Un sogno. Eric ci spiega tutto ma capiamo il giusto, è tedesco. Comunque è gentilissimo, e ci rimborsa anche il taxi che abbiamo preso dalla fermata dei bus per arrivare alla Guesthouse. Stasera tutta vita, si mangia fuori! E’ buio pesto e per strada non c’è un’anima, sono tutti in casa. Li vediamo perché la maggior parte delle case ha le vetrate. Con la nostra cartina della città andiamo alla ricerca di un supermercato e del ristorante. Sono praticamente uno accanto all’altro. SPICES CAFE’ è un localino delizioso. Ci prendiamo una Tart con cipolla dolce cotta e verdurine e un filetto di bue buonissimo. Non si può bere vino. peccato, ci sarebbe stato bene. Eventualmente bisogna portarselo. Questo è infatti un locale BYO, che non significa BIOlogico bensì Bring Your Own (liquor). Dopo le ingurgitate nel bush del Samurai per il freddo finalmente una cena come si deve! Il buio e il deserto sono inquietanti. Se passa un pazzo tipo quello dell’apple pie? Svelte torniamo da Beilby’s e andiamo a dormire.
24 luglio, NAMBUCCA
La colazione included di Beilby’s è megagalattica! C’è di tutto di più. Pane bianco, pane nero, marmellata fatta in casa, latte, tè, caffè, formaggio, salumi, frutta, yogurt, cereali, biscotti, uova. Una meraviglia, un rito! Verso le 10.30 andiamo alla scoperta di NAMBUCCA. Delle scalette in mezzo alla foresta portano sulla BEILBY BEACH che è immensa e magnifica. Arriviamo al famoso VEE WALL di Nambucca. Praticamente è una passeggiata fiancheggiata da massi che, chi vuole, può colorare e disegnare. Intravediamo la laguna che con la bassa marea è spettacolare. Siamo incantate da questo posto. Risaliamo verso il paese. Di fronte alla posta c’è THE BOOKSHOP AND INTERNET CAFE’ dove si possono comprare ma anche solo leggere i libri (usati) e have a delicious lunch and drink unusual juices. Ci piace molto. Per strada, quando incontri qualcuno, tutti salutano dicendo Hi, how are you? Impensabile da noi! Un’altra cosa interessante sono i servizi igienici pubblici: sono ovunque, puliti e sempre con la carta igienica. Sulla spiaggia ci sono sempre le docce e su quella di Beilby c’è anche il bancone, con la cannella dell’acqua, per pulire il pesce! Poi andiamo da Woolworths per fare la spesa. Facciamo ritorno a casa via spiaggia incantate dal tramonto. Prenotiamo telefonicamente il bus per domani. Doccia e poi cooking! Stasera ci faremo la pasta al ragù, abbiamo comprato la macinata! Mi sono scordata di comprare la cipolla! La chiedo in casa. Due ore di bollitura e il sugo è pronto. Niente male… Io e Chiara ci mangiamo due bigonce di pasta. Il sugo avanzato lo regalo ai padroni di casa che lo accettano mooolto volentieri. In cambio ci offrono un po’ di vino. Così abbiamo modo di sentire il vino australiano. Questo è uno Chardonnay, molto buono. Arrivano altri due guests: una coppia di pensionati, lei australiana lui inglese. Si sono conosciuti a Venezia nel 1950. Lei parla un po’ italiano. Sono carini e gentili. A domani! Ok see you tomorrow! Ndr: See you in australiano si pronuncia “seià”.
25 luglio, BALLINA
E’ veramente accogliente questa casa, curata nei minimi particolari, e il momento della colazione è un delirio di piacere. Lasciamo i bagagli pronti in casa e andiamo a fare una lunga passeggiata sulla spiaggia. Torniamo al Bookshop per un boccone poi rientriamo. Eric ci accompagna con la macchina alla fermata dell’autobus. L’autobus arriva 15′ prima e parte 5′ prima rispetto all’orario previsto. Ora c’è un grande dilemma. Ci sarà Pierce per la terza volta? Già perché sui bus mettono i film. Sia sulla tratta SYD-NCL che sulla NCL-NBC abbiamo beccato lo stesso film con Pierce Brosnam. Questa volta Pierce non è stato nostro compagno di viaggio c’è una specie di cartone animato. Arriviamo al BIG PRAWN di BALLINA alle sette di sera. Prendiamo un taxi per andare al BALLINA TRAVELLERS LODGE che è un Motel / Ostello YHA. Prendiamo la doppia che rispetto al posto letto in camerata costa pochi dollari di differenza. La stanza è essenziale. Andiamo subito in cucina e ci facciamo una pasta col pesto comprato da Woolworths. Dopo cena facciamo due passi nel centro di Ballina… una città fantasma! Tolti due o tre pub, neanche troppo pieni, la gente deve essere tutta in casa. Rientriamo al motel, scambiamo due chiacchiere con altri ospiti e andiamo a dormire.
26 luglio, BALLINA
Alle 9.30 abbiamo appuntamento con Lenn che ci da uno strappo alla THURSDAY PLANTATION, dove viene prodotto il Tea Tree Oil, che si trova un pò fuori Ballina. Per il ritorno vedremo come fare. Il tour comincia alle 11 am sicché ci intratteniamo all’ingresso leggendo la storia della Thursday Plantation e valutando tutti i prodotti esposti in vendita. Non si vede un granché ma impariamo che per fare l’olio di Tea Tree è utilizzabile una sola delle tre varietà di piante esistenti. Facciamo una passeggiata in quella che chiamano la loro Rain Forest, un giardino botanico rinsecchito con le piante segnate. Meno male che il pranzo è molto buono. Ora c’è il problema del ritorno. Troviamo un passaggio. Il gentile signore ci fa le classiche domande di tutti. Potremmo mettere un disco per le risposte. Di dove siete, è la prima volta che venite in Australia, quanto tempo state, dove siete state, dove andate. Per noi è noioso ma per ognuno di loro è interessante. Passiamo da Woolworths per la spesa e ci incamminiamo verso SHELLY BEACH. Un pescatore sta buttando i ritagli di pesce ai pellicani che sembrano finti, tanto stanno immobili attentissimi. Appena l’uomo lancia i pezzi si avventano sul pesce agguantandolo al volo. Sono bellissimi. Sulla sabbia ci sono tante palline azzurre. Ma cosa sono? Sono centinaia di granchi! Sono i Soldiers Crabs. Appena ti avvicini si muovono tutti o per allontanarsi o per nascondersi sotto la sabbia. Qui le onde sono le più alte che abbiamo visto fin’ora. Rientriamo con un bus, ceniamo e andiamo al Pub a bere una birra con la Lonely Planet, dobbiamo decidere l’itinerario dei prossimi giorni.
27 luglio, BRISBANE
La tipa del Motel ci accompagna alla fermata del bus, al Big Prawn. Il viaggio sarà lungo cinque ore, arriveremo verso le tre. Dal Bus Transit Centre di BRISBANE andiamo a piedi all’ostello AUSSY WAY che è in una casa coloniale poco distante. Andiamo a fare la spesa da COLE EXPRESS in Albert St. dove spediamo ben 50$AUD! Già, ma la spesa è per i prossimi giorni perché abbiamo pianificato di stare quattro giorni a North Stradbroke Island. Abbiamo acquistato anche delle borse di plastica con la cerniera per trasportare le vivande senza avere tante buste. Sono infatti molto funzionali. La AUSSI WAY è una casa carina old-fashioned, la sua popolazione dopo la prima impressione risulta tranquilla. Dopo cena (bistecca e insalata) ci ritroviamo con altre ragazze nel salotto per vedere il film The wedding singer alla TV. Nella nostra stanza fa freddo. Domani sera chiediamo una coperta.
28 luglio, BRISBANE
Acquistiamo un lucchetto e mettiamo tutti i nostri beni più importanti – compreso l’olio d’oliva! – nell’armadietto della camera, poi andiamo a fare alcune commissioni e un giro per Brisbane. Acquistiamo il biglietto del treno, in cuccetta, per tornare il 16 agosto da Proserpine.
Io sono ipnotizzata dal rumore del semaforo e ogni volta che lo sento scattare, attraverso come se fossi ai blocchi di partenza! Meno male che Chiara mi ripiglia ogni volta per un braccio, perché parto, mentre sto leggendo la guida, anche quando non tocca a noi! Passiamo dalla CUSTOMS HOUSE poi prendiamo il CITY CAT fino a NEW FARM dove facciamo una passeggiata poi lo riprendiamo per tornare al VICTORIA CENTRE. Ci concediamo un dolce da Malones un posto carino, alla moda, anche nel prezzo… 24$! Poi prendiamo George St e torniamo all’ostello.
Dopo cena ci ritroviamo tutti in salotto per guardare alla TV il film Cruel Intensions.
29 luglio, NORTH STRADBROKE ISLAND (STRADDIE)
Il courtesy bus della Guesthouse dove dormiremo ci viene a prendere all’Ostello. Il viaggio è piacevole fino a Cleveland poi ci imbarchiamo sul Ferry e arriviamo a POINT LOOKOUT. La Guesthouse è un centro sub. Non è accogliente come descritta sulle guide, tantomeno pulita. Comunque non c’è problema. Andiamo subito a fare un giro sulla spiaggia. È grandissima e solitaria. Sul bagno asciuga ci sono un sacco di meduse. Non sono le killer, anzi sono proprio innocue. Per cena pasta con pomodoro e cipolla in gran quantità. Dopo cena guardiamo un po’ la TV ma ci sono solo telefilm vecchi come il cucco. La stanza dove dormiamo è un po’ umida.
30 luglio, STRADDIE
Ci svegliamo con comodo e andiamo in direzione di Cylinder Beach con l’obiettivo di arrivare oltre ma quando siamo alla spiaggia ci incantiamo a guardare i surfisti. Le onde sono altissime. Verso l’una abbiamo fame e comunque sta arrivando un temporale. Rientriamo all’ostello proprio quando comincia a piovere, appena in tempo per ritirare il bucato. Pranziamo con un piatto di pasta al pesto. Alla TV non c’è proprio niente di interessante ma non abbiamo alternative perché fuori piove e la stanza da letto è umida e deprimente. Vado in bagno e quando torno Chiara mi da una notizia bellissima: i due tipi che erano sul courtesy bus con noi ci hanno invitato al Bowls a cena. Siii! Stasera c’è il roast con vegetables. La carne è tenerissima e tra i contorni la zucca è fantastica. Beviamo birra TOOHEYS OLD (BLAKE ACE). Ad una cert’ora il Pub deve chiudere. Peccato. E’ un ambiente molto gradevole e lo sono anche i nostri amici. Speriamo che il tempo domani sia bello.
31 luglio, STRADDIE
C’è il sole! Ok, allora andiamo a fare la camminata. Raggiungiamo la SOUTH GORGE dove stanno girando una pubblicità di contenitori per alimenti della TV messicana. Sulla spiaggia la scena è tipo Castaway con tanto di naufrago e capanna. La EIGHTEEN MILE BEACH che comincia proprio qui è splendida e anche il mare, come sempre con grandi onde. Alle tre del pomeriggio ci facciamo un bel piatto di pasta. Io ho un forte mal di gola. Mi accascio sul divano davanti alla tv e dormicchio. Chiara parla con gli amici. Per cena mi faccio un latte caldo, Chiara si arrangia con riso e fagioli. Vado a letto prima del solito, sto proprio male.
1 agosto, NOOSA
Giornata di trasferimento. Prima prendiamo un autobus poi il Ferry per Cleveland e un altro bus per andare alla City Rail. Agguantiamo al volo il treno per Brisbane e a Roma Street facciamo check-in così ci liberiamo dei bagagli. Facciamo la spesa in Albert Street, pranziamo e prendiamo il nostro autobus per NOOSA. Arriviamo alle 6 pm. Abbiamo deciso di dormire proprio di fronte al transito dei bus all’HELSE LODGE, un’immensa casa colonica del 1880 nota già allora come guesthouse e poi diventata sede arcivescovile nel 1950. Restaurata nel 1989 ora è un backpacker enorme. E’ molto comoda come posizione. Qui il dorm costa 20$ + 10$ key deposit, siamo in camera con altre quattro ragazze e ci toccano i letti in alto. Noosa è la Forte dei Marmi della SunShine Coast, piena di negozi e appartamenti di lusso. Passiamo in rassegna tutti i ristoranti e alla fine optiamo per LE MONDE, vicino a casa, accogliente ma non pretenzioso, dove c’è la musica dal vivo e… si mangia benissimo. Pesce, matched potatoes & vegetables.
2 agosto, NOOSA
Andiamo a fare colazione. Che strano, non ci sono stoviglie. Sul bancone centrale c’è un catino con dentro due piatti e qualche posata. Prendiamo i piatti, i coltelli e i cucchiaini e in attesa che qualcuno finisca di utilizzare le tazze per farci il tè intanto ci tostiamo le fette di pane. Poi notiamo che tutti hanno un catino con delle stoviglie e un canovaccio dentro… e leggiamo un cartello che dice che chi non lascia la cucina in ordine per penalità non avrà la restituzione del deposito del KITCHEN KIT… azz! Ci siamo appropriate indebitamente del catino di qualcuno che per fortuna non se ne è accorto. Rimettiamo subito le stoviglie dove le abbiamo prese e alla reception prendiamo il set per la cucina pagando 20$. Beh, tutto sommato è un buon sistema. A Straddie, dove tutto era sporco e andava lavato due volte (prima e dopo), ci avrebbe fatto piacere. Una curiosità: in Australia per colazione sul pane va molto il burro di arachidi e la Vegemite (una specie di estratto di carne). Andiamo a fare il bushwalking al NOOSA NATIONAL PARK. Percorriamo il primo tratto costeggiando le spiagge e le coste proseguendo attraverso la rainforest per 7 km in totale. Davanti alla casa del Ranger è segnalata la presenza di un KOALA. Finalmente ne vediamo uno! E’ bellissimo! Sta ronfando abbracciato al tronco di un albero. Tutte contente facciamo ritorno all’ostello per un meritato pranzo. Poi ci concediamo un gelato buonissimo da NEW ZELAND NATURAL. Trascorriamo il pomeriggio nel corso, in giro per negozi. Ma non conviene fare acquisti a Noosa, è tutto molto caro. Stasera altra botta di vita. Abbiamo deciso che possiamo permetterci di mangiare il pesce una tantum, è buono e tutto sommato affordable. Torniamo a Le Monde perché c’è piaciuto e ceniamo con fritto misto di calamari, gamberetti, aragostine, gamberoni e granchio. Tutto buonissimo. Preleviamo un po’ di contanti perché dove andremo probabilmente non hanno la carta di credito.
3 agosto, GAGAJU BUSH CAMP
Alle 8 am mi fiondo a fare ancora un po’ di spesa perché secondo me abbiamo poca roba. Il courtesy pick up del GAGAJU è alle 9 am dal Transit Centre. Arriviamo in anticipo di 10 minuti, il pulmino del GAGAJU è già lì. Partiamo solo dopo un’ora perché aspetta i vari bus per raccattare tutti. Ben, il simpatico autista del pulmino, ci dice che al campo ci sono altri due italiani contentissimi del nostro arrivo. Il pulmino fa una sosta da Woolworths!! Se l’avessimo saputo! Il GAGAJU è veramente nel bush, in riva al fiume. I dorm sono da 8-10 persone in grandi tende militari. Tutto è molto rustico e biologico. Il gabinetto è un buco, senza acqua da versare. Simone e Mattia vengono subito a salutarci e a fare due chiacchiere. Sul fiume ogni tanto passa qualche imbarcazione. La giornata passa cazzeggiando nel camp intorno al fuoco, facendo due chiacchiere con questo e con quello. Ci sono diversi personaggi: una coppia molto hippy, il padrone che gira e sorveglia con discrezione, il maori sempre cordiale, le tedesche che puntano… chi? gli israeliani? Un vero mix. Ma i meglio siamo noi, GLI ITALIANI! A una cert’ora ora Ben parte con un’asta piuttosto insolita: vende FROGS. L’avevo notato infatti mentre cercava le rane nel pomeriggio… ne ha prese 4 o 5. Ogni tanto paga pegno per fare alzare il prezzo bevendo mezzi bicchieri di SMIRNOFF. Alla fine il bottino sarà devoluto a chi ha acquistato la rana che salterà per prima fuori da un cerchio disegnato sulla sabbia. Vince quella di Simone e Mattia e il bottino è di 46$… niente male! Senza accorgercene facciamo le quattro di mattina. Sarà il caso di andare a dormire? Fa un gran freddo.
4 agosto, GAGAJU BUSH CAMP
Ci piacerebbe andare AL BOREEN POINT CON LA CANOA. Bisogna coinvolgere qualcuno. Partiamo a mezzogiorno dopo aver coinvolto, oltre a Mattia e Simone, Costantino, un ragazzo tedesco. Le formazioni: io e Mattia in una canoa, Chiara, Costantino e Simone nell’altra. Essendo in tre loro vanno ovviamente più veloci e non ci aspettano! Il fiume è stupendo, ma la corrente è in senso contrario. Dopo un bel pezzo arriviamo al lago. Siamo stanchi e non vediamo l’ora di andare a mangiare qualcosa. Sempre con la corrente contraria passiamo dall’altra parte del LAGO COOROIBAH ma sono già le tre, cioè l’orario in cui, secondo il maori che ci ha dato le canoe e ci ha fatto vedere la cartina con l’itinerario, dovremmo ripartire per rientrare tranquilli con la luce. Andiamo all’APOLLONIAN HOTEL, un pub del 1868 ma è tardi per mangiare. Imploriamo di darci qualcosa perché abbiamo fame. Impietositi ci propongono una pizza. E vada per la pizza. Two big, una vegetariana e una col prosciutto ma senza pineapple! Mentre aspettiamo beviamo una birra. Nel locale sulla veranda ci sono due musicisti che suonano la chitarra. Fanno musica country/rock. Sono molto bravi. Sul prato antistante ci sono delle persone sedute su seggiole e altre stese per terra.
Arrivano le pizze! Oh sono pure buone! Sarà la fame? Le divoriamo in un battibaleno. Siamo contenti, siamo fieri di noi stessi. Stiamo passando una giornata bellissima. Ci stendiamo anche noi un po’ sul prato. Chiara, Costantino e Simone si mettono a fare capriole e prodezze varie riscuotendo gli applausi di alcuni presenti. I due musicisti chiedono one more? Yes! Cocaine di Eric Clapton? Yeeeap! Ci mettiamo anche a ballare. Dobbiamo ripartire ragazzi! Certo dopo un paio di birrozzi è dura pagaiare. Il sole è prossimo al tramonto. Il lago si tinge di colori bellissimi. C’è un gran silenzio. L’acqua è liscia come l’olio e non c’è corrente. Infatti con molta meno fatica riattraversiamo il lago. Dilemma: dov’è il fiume? All’improvviso ci appaiono due imboccature. E siamo soli. Dopo un summit basato sul niente, anche perché la marea si è abbassata e il paesaggio è totalmente mutato, decidiamo per la direzione di sinistra. Sta rapidamente calando anche la luce. Pagaia, pagaia, staremo andando bene? Ci ricordiamo che ad un certo punto abbiamo visto un cartello, ma un pezzo in là. Intanto andiamo avanti sparando bischerate a tutto andare. Comincia l’indolenzimento ai muscoli e il buio incalza. Mattia supplica gli altri di stare almeno vicini. Su geniale suggerimento di Costantino leghiamo le due canoe, pagaiando dai rispettivi lati liberi, per andare più veloci e più dritti. Funziona! E’ praticamente buio e non c’è neppure la luna. Avvistiamo il famoso cartello. Almeno siamo sulla strada giusta. Siamo stremati dalla stanchezza, è buio e non si arriva mai ma… sopra di noi c’è uno spettacolo stupendo: il cielo stellato! Questo cielo così diverso, così pieno di stelle, una meraviglia mozzafiato. Adesso abbiamo anche freddo. Aspettate! Laggiù! Ci sono delle luci! Si!! Sono le luci del camp! Il fuoco! Ci staranno aspettando? Ad attenderci effettivamente c’è qualcuno, il padrone, che intuendo che non possiamo vedere una mazza nel buio più completo ha in mano una fiaccola per segnalarci dove attraccare. Siamo talmente rattrappiti dal freddo che non riusciamo a coordinare i movimenti. Ci scaldiamo un attimo davanti al fuoco e poi via alle docce! E adesso? italian pasta with pesto! Special guest: Costantino! Ce ne mangiamo una bella piattata facendo un paio di brindisi soddisfatti della nostra esperienza, vissuta e goduta INSIEME come se ci conoscessimo da sempre.
5 agosto, HARVEY BAY
Questa notte ho dormito alla grande impacchettata nella coperta isotermica dentro al sacco a pelo. Dopo colazione prepariamo i bagagli e cominciano gli addii. Questo è il primo posto australiano che ci dispiace veramente lasciare, per l’atmosfera del camp e della gente che ci abbiamo trovato. Ma dobbiamo proseguire se vogliamo farci anche due giorni a Fraser Island. Abbiamo deciso di andarci perché tutti ce ne stanno parlando troppo bene. Dopo baci e abbracci di cuore saliamo sul mitico “boeing” di Ben e dopo neanche mezz’ora arriviamo al Transit Centre. Il viaggio sul Greyhound fino ad HARVEY BAY è tranquillo ma senza film. Chiamiamo il WOOLSHELD per farci venire a prendere. La tipa ci risponde che sta arrivando. È una ragazza giovane, tedesca, con un bambino piccolo. Parla molto lentamente e la capiamo bene. Il backpacker è carino, anche la nostra stanza è molto carina ma è un posto per coppiette, niente di aggregante.
Andiamo a fare due passi per trovare un supermarket. Ci occorrono dei rullini e la pasta. Compriamo anche le birre e telefoniamo. C’è un negozio second-hand ma è chiuso. Magari ci torniamo. Per domani abbiamo prenotato un tour a FRASER ISLAND di tre giorni (287$ cad.).
6 agosto, FRASER ISLAND
Sul pullman GT percorriamo il lungomare di Harvey Bay fino al porto dove ci imbarchiamo sul traghetto. Dopo una quarantina di minuti siamo su FRASER ISLAND. Come ci avevano detto partiamo subito per una gita con un attempato mezzo 4WD. I bagagli li prenderemo dopo. La nostra guida si chiama GRAHAM e sembra simpatico, ma capiamo solo il 30% di quello che dice. Ci rendiamo subito conto che venire da sole sarebbe stata un’impresa folle soprattutto con una jeep. Non è facile guidare sulle strade perché si affonda nella sabbia. Troviamo infatti un paio di macchine bloccate. Col ranger scendiamo per dargli una mano (anche perché ci stanno bloccando la strada). Arriviamo al campeggio. Ci sono dei tavoli con le panche per i picnic e delle grandi gabbie dove vengono rinchiusi i viveri dei campeggiatori, misura necessaria per i dingo. Ne abbiamo già visto uno. È un cane ritenuto aggressivo. Il Ranger ci spiega il percorso del trek di un’ora da fare in mezzo alla Tropical Rainforest spaventandoci a dovere su dingo, ragni e serpenti. Quando ritorniamo c’è il pranzo pronto (panini, formaggio, prosciutto e verdura). Ripartiamo sul pullman 4WD, sobbalzando paurosamente ad ogni buca, per andare al LAGO MCKENZIE. È davvero stupendo. L’acqua è limpidissima ma gelata. Ripartiamo per andare al nostro KINGFISHER BAY LODGE. Scambiamo due parole con i compagni di avventura, siamo un gruppo di circa venti ragazzi. Dividiamo la camera con una coppia di coreani. Lei si chiama AYA, lui non lo sapremo mai. L’appuntamento per la cena è direttamente al Ristorante. Siamo sedute vicine a Susan (rumena) Greg (belga) Cristian (italo-svizzero). Finita la cena andiamo al pub. Il nostro Ranger ha cambiato look. Orecchino da pirata, camicia aperta, collana, anelli e sotto sotto… è pieno di tatuaggi! Nel pub ci sono varie competition: consistono nel bere una pinta di birra dietro l’altra nel minor tempo possibile. Non fa per noi. In camera ci sono 40°. Spegniamo la stufa ma il neon che Aya ha sul letto dobbiamo tollerarlo acceso tutta la notte!
7 agosto, FRASER ISLAND
La sveglia di Aya suona alle 2 am!!! Sempre con la luce accesa riprendiamo a dormire. La colazione è sostanziosa. Ci prepariamo i panini per il pranzo. Oggi abbiamo un pullman più moderno ma sempre 4WD ovviamente. Attraversiamo tutta la foresta per andare sulla SEVENTY MILE BEACH dove scorrazzano macchine e pullman come su una highway. La nostra prima tappa è ad ELI CREEK dove c’è un fiume che scende fino al mare nel quale si può fare il bagno. L’acqua è freddissima ma è fantastico. In senso contrario ci fa l’idromassaggio con la corrente. Graham ci comunica che dovremo restare sulla spiaggia per un’altra ora almeno perché si è rotto il pullman e dobbiamo aspettare il meccanico. A noi non ci pare il vero perché c’è un sole splendido e si sta proprio bene. Arriva il meccanico e con un altro bus ripartiamo alla volta del MAHENO il famoso relitto di una nave incagliato sulla spiaggia. L’affascinante relitto, tutto arrugginito, è spezzato in più punti ed essendoci la bassa marea è possibile camminarci dentro. Io e Chiara montiamo sul pullman davanti, accanto a Graham. Con questa visuale è tutta un’altra cosa viaggiare sulla spiaggia. Ci fermiamo in un punto dove c’è una parete sabbiosa colorata solida poi ci porta alle CHAMPAGNE POOLS, delle piscine naturali di acqua salata. L’acqua è verdissima e invitante ma è fredda, come al solito. Pranziamo poi ripartiamo verso l’ultima tappa della giornata su una roccia prominente molto alta su cui ci arrampichiamo e ci appostiamo sperando di vedere qualche balena di passaggio. Ne abbiamo già viste un paio oggi, gli spruzzi più che altro. C’è gente che, veramente senza timore, sta serenamente sullo sperone roccioso con sotto uno strapiombo pauroso. Sotto di noi avvistiamo un gruppo di delfini che saltano fra le onde, una piccola razza, uno squalo e una tartaruga. Sul piccolo è tutto da discutere. Forse sembrano piccoli da quassù.
Sulla strada del ritorno, cioè sulla spiaggia, ci fermiamo perché Graham ha visto una medusa e ci vuole spiegare qualcosa in merito. In questo periodo non ci sono le assolutamente mortali box jellyfish. Questa è innocua, infatti ce la fa toccare. È molto strana al tatto, dura e liscia. Ci fermiamo anche quando incontriamo un dingo che sta scavando una buca nella sabbia. Finito il tratto di superstrada sabbiosa c’è la tortura del pullman in mezzo al bush che ci costringe ad enormi salti ogni minuto. Sono così stanca che mi appisolo comunque. Abbiamo prenotato per tre giorni e per il momento ne sta veramente valendo la pena. Dopo cena ci tratteniamo a chiacchierare con Graham e le altre ragazze bevendo un paio di birre. I coreani sono già in camera, con la luce accesa ovviamente.
8 agosto, FRASER ISLAND
Ultimo giorno su Fraser. Graham è perfettamente in forma nonostante la birra che beve ogni sera, però la pancia ne risente. Lasciamo i bagagli in una stanza e partiamo. Prima destinazione il Lake McKenzie, again. Non possiamo andare né al Basin Lake né al Webby per motivi di pollution e fire. Mah! Ho qualche dubbio. In ogni caso sono contenta di tornare al McKenzie, ci siamo stati troppo poco l’altra sera. Poi andiamo dove ci sono delle dune di sabbia altissime. Siamo tutti scalzi. La sabbia è dorata ma in alcuni punti ci sono pezzetti di sabbia marrone indurita. Sembra di stare in mezzo a un gelato al malaga. Poi passiamo ad un variegato al caramello perché c’è della sabbia bianchissima mescolata a quella dorata. Ora abbiamo di fronte ad una duna altissima. Graham parte di corsa e la scala fino in cima. CLIMBING! Dobbiamo farlo tutti. C’è chi parte in quarta. Io e Susan restiamo giù per fotografarli poi cominciamo la salita. FATICOSISSIMA! La vista dalla cima è uno spettacolo. Di sotto si estende la vallata che abbiamo appena attraversato, alle nostre spalle c’è un deserto. Ne percorriamo un piccolo tratto fino ad uno strapiombo. La duna scende fino ad incontrare la foresta. L’effetto è di una conca d’oro che racchiude la foresta, molto verde. Graham si lancia giù dalla duna correndo ed invitando tutti noi a fare altrettanto. Scendere è una figata ma risalire poi? Questa duna è ancora più alta e pure più ripida! Graham è allenato ma qualcuno sembra quasi tirare il calzino, non ce la fa proprio. E’ fantastico lanciarsi di corsa giù dalla duna! Dobbiamo tornare alla base e purtroppo lasciare l’isola. Il traghetto parte alle 5 pm. Poiché stiamo viaggiando in senso opposto alle persone che incontriamo, scambiamo informazioni con gli altri backpackers. Chiediamo precisamente se hanno fatto la crociera alle Whitsundays, con quale barca, quanti giorni ecc. e dove hanno dormito ad Airlie Beach. Andiamo a letto cotte alle nove.
9 agosto, HERVEY BAY
Il Whale Watching è assolutamente da fare. Dopo poco che siamo in navigazione sulla barca c’è il rituale del tè con biscotti, sempre gradevole per lenire il freddo. Arriviamo in zona balene e finalmente davanti a noi lo spettacolo: le HUMPBACK WHALES nella loro flessuosa enormità amano farsi ammirare e sembra si mettano in posa per farsi fotografare. Sono proprio incredibili. Vengono su con la testa e guardano con gli occhi gialli, poi si girano e fanno il morto, poi si mettono su un fianco e agitano una pinna, poi si tuffano e alzano la coda. Fantastiche! Verso le quattro siamo di ritorno ad Hervey Bay. Andiamo a dare una occhiata al negozio di seconda mano. Ci sarebbe da comprare tutto per quello che costa, ma come si fa con il trasporto? Stasera ci sbrighiamo con tonno e fagioli in scatola perché alle dieci abbiamo il bus per Airlie Beach. Abbiamo deciso di fare una crociera!
10 agosto, AIRLIE BEACH
Alle 3 am veniamo costretti a scendere dal pullman perché lo devono pulire. Stavamo dormendo come sassi! Siamo a Rockhampton. Abbiamo anche fame perciò mangiamo qualcosa poi ripartiamo e ci rimettiamo a dormire. Ci svegliamo alle 9 am a Mackay, dove piove a dirotto, per una sosta colazione. Ad AIRLIE BEACH c’è il courtesy pickup bus di tutti gli ostelli, anche del nostro BACKPACKER BY THE BAY. È l’ostello più lontano dal paese e quindi anche il più tranquillo. Ci riceve il simpatico JOE. Paghiamo, prendiamo possesso della stanza poi ci precipitiamo giù alla baia dove abbiamo visto che c’è un mercato. Si tratta per lo più o di collanine, braccialetti, borse e altri manufatti, frutta e verdura. Poi andiamo a passeggiare lungo il paese fino al porto per vedere le barche e scegliere con quale fare la crociera. C’è ormeggiata solo la Driwent Hunter tra quelle che abbiamo selezionato e sono rimasti gli ultimi due posti. A Straddie ci hanno regalato uno sconto di 20 $ a testa per prenotare una barca direttamente con PROSAIL. Ma ci conviene prenotare tramite l’ostello perché c’è lo stesso sconto e in più ci danno il luggage storage free e la camera per una notte free di cui usufruiremo al ritorno. Torniamo all’ostello per prenotare. Siamo orientate per l’ILUKA, che al massimo può portare 16 persone, è uno yacht e… una botta di vita ci vuole!
Ci sono gli ultimi due posti! Anche qui!! Per me è una bufala all’insegna della legge della scarsità. Il costo a testa è di 399$ + tax. Dobbiamo dare un anticipo a Joe e poi andare agli uffici della Prosail e saldare entro le sei. Sono già le 4.30! Partiamo svelte, saldiamo, poi andiamo al supermercato per comprare la pasta per stasera. Il nostro ostello è nella norma in quanto ad attrezzatura in cucina. C’è diversa gente ma regna l’asocialità.
11 agosto, WHITSUNDAYS
Il pick up passa esattamente alle 8.40 am e raccatta gente anche da altri ostelli. Gli altri si imbarcano tutti sulla PROVIDENCE, una barca che avevamo preso in considerazione. Ad attenderci al porto c’è la pimpante e sorridente crew composta da due hostess SHIRA e DEE e lo skipper, WAYNE. Salpiamo verso le 9.30 sulle prime a motore poi spieghiamo le vele. Sulla nostra barca siamo in 12 (quindi i nostri non erano gli ultimi due posti!) e complessivamente siamo capitate con dei babbioni. La barca è splendida, tutta in legno. Gli interni sono molto belli e abbiamo una cabina con bagno tutta per noi. Fa freddo, tanto per cambiare, e il sole splendente che ci aveva dato il buongiorno sparisce dopo poco. Non mancano i rituali mangerecci: tè e biscotti – lunch – aperitivo – cena, tutto buonissimo. Facciamo una sosta, non so di fronte a quale isola, per fare snorkeling. Peccato che a) abbiamo tutto il cibo del pranzo sullo stomaco b) non abbiamo una muta c) fuori comunque fa un freddo cane perché tira vento. Il dopo cena è all’insegna delle chiacchiere. Sul ponte si sta bene (coperti) e per un’oretta il cielo è stellato. Poi torna a rannuvolarsi.
12 agosto, WHITSUNDAYS, WHITEHAVEN BEACH
Il tempo è incerto ma sembra tendere al bello. Questa notte ha piovuto, con il rumore della pioggia sulla barca abbiamo riposato meravigliosamente. Attracchiamo in un punto e col tender andiamo sull’ISOLA DI WHITSUNDAY. Saliamo fino al Lookout da dove si vede l’HILL INLET. È fantastico e deve esserlo ancora di più visto dall’aereo. Potremmo fare un voletto… Scendiamo alla spiaggia che abbiamo osservato da sopra. Assaggiamo le formiche verdi: sanno di limone. A parte le formiche ho deciso di non pranzare altrimenti mi condiziono per fare il bagno. Anzi, non ne posso più di mangiare a tutte le ore. È la scelta giusta. Mentre tutti pranzano mi faccio un bagno sfidando la temperatura dell’acqua. Torniamo sull’ILUKA per andare sulla WHITEHAVEN BEACH, una delle cinque spiagge più belle del mondo, bianchissima, lunghissima e senza nessuno. La sabbia è impalpabile. Passiamo buona parte del primo pomeriggio sulla spiaggia facendo una lunga passeggiata baciate dal sole. Da non venire più via. Verso le quattro ripartiamo a vela. Io mangio il pranzo che mi ero fatto mettere da parte anche se dopo poco ci servono tè e biscotti e a seguire nachos con guacamole. Prendo il comando della barca sotto la direzione di Wayne che ogni tanto mi dice di virare di 45° (??). Riprende il timone per ancorarci per la notte. La cena è buonissima: la portata principale è di carne lasciata macerare tutto il giorno in salsa di soia, ginger, paprika, lemon pepper e non so cos’altro. Il cielo è magico stasera, c’è la luna crescente e le stelle sono tantissime.
13 agosto, WHITSUNDAYS
Buongiorno ad una nuova splendida giornata in barca. Questa mattina faremo snorkeling in un paio di posti. Non c’è abbastanza vento per andare a vela ma c’è un bel sole. L’acqua è fredda (ormai lo sappiamo) ma è troppo bello fare snorkeling e vedere i pesci e la barriera corallina. Dopodiché pranzo! E partenza per il rientro. Nooo, non vogliamo tornareeee. Scarichiamo i bagagli e ci prodighiamo in saluti, baci e abbracci e ringraziamenti anche se stasera ci rivedremo al REEFOS per cenare insieme e bere gratuitamente tutta la birra che vogliamo. Scese dalla barca avvertiamo subito il mal di terra. Ondeggia tutto. All’ostello con l’aiuto di Joe prenotiamo per domani la giornata ON THE EDGE, il catamarano della PROSAIL, che ci costerà solo i 5$ di tassa giornaliera del Reef + 9$ di pranzo. Però dobbiamo andare alla PROSAIL per confermare la gita di domani! Prenotiamo anche il volo aereo con l’AIR TAXI per un’ora di volo (158$!) sulla OUTER BARRIER REEF che non abbiamo visto. Dev’essere uno spettacolo. Sono già le sei. Ci precipitiamo all’ostello per fare una doccia e non asciugarci i capelli (non c’è tempo) per correre alla laguna di fronte a Beaches dove un courtesy bus ci preleverà per portarci da Reefos. Lo prendiamo precise alle 7 pm. Al REEFOS sono stati riservati dei tavoli. Iniziamo con un giro di birre in attesa che arrivino tutti. Dopo un po’, con tre birre davanti che non so come fare a bere, arriva Shira sorridentissima caricata a molla. Continua a scorrere birra a fiumi. Dopo poco arriva Wayne. Passano altri dieci minuti (e altre birre) e arriva anche Dee. Un urlo di giubilo si leva da parte di tutti. Anche il cantante del locale saluta Dee dicendo qualcosa tipo bla bla hostess of Iluka! E tutti Yeah! L’equipaggio non è più costretto alla professionalità: c’è più scioltezza, voglia e possibilità di fare casino. Great fun! Cool! Con questo clima di festa ordiniamo la cena: BARRAMUNDI! Il pesce è molto buono, anche se con tutte queste birre non abbiamo più fame. Nel frattempo il cantante salta con la chitarra elettrica in mano sulle panche e da un tavolo all’altro.
14 agosto, AIRLIE BEACH
Pick up alle 7.40 am. Imbarco a Shute Harbour sul catamarano ON THE EDGE della Prosail. C’è una bella squadra di ragazzi e ragazze, veri e propri animatori, che coinvolgono e spiegano il comportamento per la sicurezza. Su questo catamarano c’è tutta l’attrezzatura necessaria per fare dive e snorkeling, anche per i principianti. Alla BLUE PEARL BAY prendiamo un po’ di sole in spiaggia. Per il ritorno ci danno le incerate perché fa veramente freddo, c’è molto vento e arrivano gli spruzzi. La gita sul catamarano, dopo aver fatto la crociera, non ci ha entusiasmate.
Ferragosto, AIRLIE BEACH
Speriamo di rifarci oggi con il SCENIC FLIGHT SULLE WHITSUNDAYS e l’OUTER BARRIER REEF. L’appuntamento è alle 11 am all’aeroporto dei voli turistici. L’aereo è piccolo (probabilmente un Piper). Dentro c’è un rumore assordante. Ci viene data una mappa per capire cosa sorvoleremo. Hamilton Island, Whiteheaven Beach, lo spettacolare Hill Inlet e poi il mare aperto fino a raggiungere la fantastica Barriera Corallina. L’Heart Reef (isolotto a forma di cuore) è più bello in cartolina ma è comunque emozionante vederlo. Facciamo una serie di virate sulla barriera. Passiamo sopra le isole Hayman, Hook, South Molle. Il volo dura un’ora precisa. Siamo proprio soddisfatte! Con nostra sorpresa troviamo Joe ad attenderci. È proprio un bravo ragazzo. Ci invita a pranzo, ci porta su una spiaggia, in ostello a prendere i bagagli ed infine ci accompagna alla fermata dell’autobus per andare alla stazione di PROSERPINE dove aspettiamo pazientemente il treno. Nella nostra cuccetta c’è una ragazza di Cairns. Io devo dormire sul terzo letto in alto. Salire e scendere è un’impresa.
16 agosto, sul treno SUNLANDER per Brisbane
Il treno va pianissimo, l’arrivo è previsto per le 4 pm. Ripercorrendo al contrario tutta la strada che abbiamo fatto sembra di riavvolgere la vacanza come un nastro. Abbiamo trascorso una gran bella vacanza! E dopo tanti letti a castello a BRISBANE ci facciamo l’ultimo regalo: una camera all’HOLIDAY INN! A cena andiamo da GOVINDA’S, un ristorante gestito dagli HARE KRISHNA all you can eat, dove puoi mangiare appunto tutto quello che vuoi per 7$.
Il cibo è delizioso.